Messico/ Baby killer americani reclutati dai narcos e pagati 50 dollari per ogni omicidio

Pubblicato il 23 Giugno 2009 - 21:16 OLTRE 6 MESI FA

Hanno appena 13 anni, di solito residenti in Texas, eppure vengono già assoldati per uccidere. Sono baby killer americani addestrati dai narcos messicani per commettere delitti sia in America che in Messico. A rivelarlo è il New York Times che in un articolo racconta le vicende di questi teen agers al servizio dei signori della droga.

I piccoli vengono pagati 500 dollari alla settimana, 50 dollari per ogni omicidio. Come bonus ricevono regali, dalla cocaina alle auto. Perfino donne.

«Mi piace uccidere, mi fa sentire come Superman o James Bond». Sono parole di un bambino di discendenza latino-americana assoldato da un boss del cartello di Laredo di appena tre anni più grande di lui.  Si chiama Rosario Reta. La sua storia ha fatto scalpore. Ha incominciato a uccidere  nel 2003, quando aveva solo tredici anni. Gli sono bastati soli sei mesi in Messico per imparare a sparare.  Arrestato nel 2006, ha dichiarato di aver commesso 30 omicidi. Puro divertimento. Senso di potere. Questi i sentimenti che lo animavano. Ora deve scontare una pena di 70 anni di carcere.

Intanto, sarebbero 10 mila le vittime che secondo il New York Times le guerre di droga hanno provocato solo negli ultimi 18 mesi. Quanti siano i bambini killer non si sa. La scelta per molti di loro rimane una sola: sparare o sparire.