Se lo Stato paga l’anno del mai e il giorno del poi

Pubblicato il 17 Marzo 2009 - 14:47 OLTRE 6 MESI FA

Confindustria calcola che siano 70 miliardi, la Corte dei Conti ne stima 33 solo nel settore Sanità. Confcooperative arriva alla cifra boom di 200 miliardi, il ministro Tremonti limita, si fa per dire, la somma a 30 miliardi. Sono i soldi che lo Stato, le Regioni, i Comuni, le Asl e l’Amministrazione pubblica in genere devono alle aziende e che invece non pagano.

La regola infatti è di pagare in ritardo: 135 giorni di media di attesa per essere pagati a fronte di una media europea di 68 giorni (Francia 71, Gran Bretagna 48, Germania 40).  Il danno per le aziende è di 1,7 miliardi di maggiori oneri finanziari. La Regione Lazio paga a 400/500 giorni, la Campania a 420 giorni, anche in Emilia si toccano i 600 giorni.

La richiesta, sacrosanta ma impossibile, è che lo Stato paghi davvero in tempi civili. La subordinata è che lo Stato “certifichi” alle banche il suo debito, emetta cioè un pezzo di carta che sia per gli istituti di credito garanzia per poter rinnovare i fido alle imprese. Sono soldi veri, verissimi, anzi dovuti, addirittura indispensabili per arginare la recessione.