Convegno dei giovani di Confindustria, richieste e pessimismo

Pubblicato il 11 Giugno 2010 - 15:17 OLTRE 6 MESI FA

Federica Guidi

Il convegno annuale dei giovani industriali a Santa Margherita Ligure si apre con una richiesta, anzi, due: tante sono le riforme della Costituzione richieste dai giovani di Confindustria. La prima è inserire l’obbligo di pareggio di bilancio per lo Stato con l’obiettivo di raggiungerlo dal 2026.

La seconda è una revisione dell’articolo 75 per rendere abrogabili, tramite referendum, le leggi tributarie.Lo ha chiesto la presidente dei giovani imprenditori, Federica Guidi, nelle “tesi” con cui ha aperto il convegno annuale di Santa Margherita Ligure.

Il pareggio di bilancio serve perché “non si può stabilmente vivere al di sopra dei propri mezzi, anche nel recinto della finanza pubblica”. Serve “un impegno concreto davanti al mondo ed ai mercati”. In questa direzione “siamo convinti – dice Federica Guidi – che il federalismo fiscale sarà fondamentale”.

La possibilità di referendum sulle leggi tributarie, invece, metterebbe “in condizione il popolo di decidere come e in che misura tassarsi e, simmetricamente, come e in che misura i proventi del fisco debbano essere spesi”. Una pressione “sulle politiche di bilancio” per “mirare, finalmente, e nuovamente, al pareggio di bilancio”.

Il pessimismo. La leader dei giovani di Confindustria si è soffermata sul “futuro che non c’è, descrivendo al convegno di Santa M<argherita Ligure il pessimismo degli under 40. “Il pessimismo dei giovani – ha detto Federica Guidi – affonda le sue radici nell’evidenza di una disillusione”.

Chi è ”nato in Italia sente parlare di riforme da più di venti anni. Le hanno promesse maggioranze di centro-sinistra e maggioranze di centro-destra”.

Ma “l’inadeguatezza del nostro quadro normativo, le strozzature procedurali della nostra amministrazione, la continua stratificazione burocratica sono una certezza consolidata, al punto da essere quasi un dato naturale, per chi ha l’età dei giovani imprenditori presenti” al convegno.

Due sono le cose certe per Guidi: “Primo, così come è il sistema non funziona. Secondo, tutto continuerà a rimarrà così com’è”.

Il ministro dell’Economia. Al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, “va l’indiscusso merito di avere tenuto ferma la barra nella tempesta della crisi, contrastando con determinazione politica e coraggio personale tutti coloro che volevano tornare all’Italia degli anni settanta, all’Italia della spesa pubblica come soluzione di tutti i problemi”.

“Mai come in questo momento ci vuole rigore assoluto nei conti pubblici”, dice Federica Guidi. “Ma mai come in questo momento andrebbe messa in campo tutta la forza di quelle riforme che il Paese aspetta da anni, e che possono riaccendere la crescita: le liberalizzazioni, una riforma fiscale che anche a parità di saldi almeno razionalizzi gli adempimenti, un importante snellimento e semplificazione della nostra P.A. proseguendo e rafforzando gli sforzi del ministro Brunetta”.

Un dibattito da rilanciare mentre, anche sul fronte della crisi, “il bilancio che si può fare della situazione del nostro Paese non è buono. Chi si illudeva, alcuni mesi fa, che la bufera fosse passata ha dovuto subire un brusco risveglio nei giorni più bui della crisi greca”.

Per i giovani imprenditori, al contrario di quanto in Italia “siamo abituati a dire”, la situazione “è grave e seria e l’arte di arrangiarci non basta piu”.

La paura dei giovani industriali. Federica Guidi, che si è anche soffermata a descrivere il pessimismo dei giovani che “da venti anni” sentono parlare di riforme, indica che il sentimento che più emerge tra le statistiche è quello della paura. “Paura del futuro. paura di non riuscire a vivere una vita all’altezza di quelle che erano le nostre speranze solo pochi anni fa”.

Ma anche “paura della povertà”, di dover “gestire nella prima volta nella storia” na situazione di “regresso economico, regresso politico, regresso civile” Così, di fronte allo “shock che stiamo vivendo”, e che “non è temporaneo”, la leader dei giovani industriali chiede “visione, coraggio politico, la determinazione di fare riforme, un consenso vasto dell’opinione pubblica”. Anche con un patto sociale, sottolineando però che “un patto sociale non è un assegno in bianco”.

E che “la responsabilità deve essere anche, e soprattutto, nel settore pubblico”. Non dovranno esserci “mai più una spesa pubblica disordinata e continuamente votata ad aumentare in risposta alle pressioni clientelari; mai piùuna Stato ammortizzatore sociale improprio; e mai più le imprese ed i cittadini dovranno essere considerati dei bancomat al servizio della politica”.

Momento difficile. “Non mi permetto di giudicare la scelta di un grande sindacato. Il momento è difficile, la manovra è pesante. Auspico che ci sia un’ampia condivisione in questi mesi per cercare di trovare un modo per venirne fuori tutti insieme”. Così Federica Guidi ha risposto a una domanda dei giornalisti sullo sciopero Cgil contro la manovra del governo.