Charlie Chaplin: i fogli inediti del film “Il grande dittatore”

Pubblicato il 28 Giugno 2011 - 17:30 OLTRE 6 MESI FA

BOLOGNA – Seguire Chaplin sul set del suo primo film sonoro “Il grande dittatore” mentre dà indicazioni a Paulette Goddard su come recitare l’ultima scena, come se si fosse lì, 71 anni dopo. E’ la sensazione che danno i tre fogli inediti e dattiloscritti scoperti nell’archivio Chaplin, custodito dalla Cineteca di Bologna, e che per la prima volta raccontano il Chaplin regista.

In genere il padre di Charlot dava istruzioni agli attori mimando la scena all’istante, senza quindi lasciare traccia scritta. Da qui la sorpresa di Cecilia Cenciarelli dell’archivio bolognese, quando ha letto queste nuove carte. Subito ha interrogato i “decani” del Chaplin-pensiero, ha mostrato loro i fogli scoprendo, emozionata, che erano una novità assoluta.

Nei nuovi documenti c’è una specie di “voce narrante” che è probabilmente di un’assistente o segretaria che ha trascritto i virgolettati del cineasta aggiungendo, tra parentesi e in rosso, alcune precisazioni che contestualizzano le parole del regista. ”Bisogna raggiungere la poesia. Il realismo è soltanto un mezzo”. Suona più o meno così il monito alla Goddard-Hannah per rendere bene il passaggio dalla disperazione alla gioia fino alla speranza, nella scena finale del film che rappresenta il messaggio di pace di un pacifista ante litteram.

Sull’archivio Chaplin, di oltre 130 mila pagine e per fortuna abbastanza compatto visto che l’attore era anche produttore e distributore dei suoi film oltre che regista, la Cineteca lavora dal 2003. Gli ultimi documenti erano probabilmente in uno scatolone acquistato 3-4 anni fa attraverso un’asta di Christie’s, e sono stati presentati in un incontro del festival “Il cinema ritrovato” in corso a Bologna fino al 2 luglio.

”Deve esserci gioia ma non una gioia affettata. La troverai se ti rilassi”, suggerisce ancora Chaplin all’attrice, che fu anche la sua compagna. E poi ”Non aver paura a muovere il tuo corpo”, o ”Dimentica tutte le tecniche e si Paulette Goddard. Metti eccitazione nella voce e nel pensiero”.

Insomma, un’estrema cura per la recitazione di un film che fu per Chaplin una piccola rivoluzione, non solo per l’addio al muto ma anche perche’ per la prima volta c’era una sceneggiatura pronta, molto lunga e frutto di moltissime riscritture.