Airbus Rio-Parigi: agonia durata 3 minuti

Pubblicato il 27 Maggio 2011 - 13:20 OLTRE 6 MESI FA

PARIGI – L’Airbus A330 di Air France in volo da Rio de Janeiro a Parigi è precipitato per 3 minuti e 30 secondi prima di inabissarsi nell’Oceano Atlantico il primo giugno 2009, causando la morte di 228 persone. E’ quanto ha reso noto oggi l’Ufficio di indagine e di inchiesta per gli incidenti aerei (Bea), rendendo pubblici i primi dati emersi dall’analisi delle scatole nere del velivolo. Per piu’ di un minuto, ha riferito ancora il Bea, due velocita’ diverse sono state indicate dagli strumenti di bordo nel giro di poco meno di un minuto. Uno di questi dati indica un crollo netto della velocita’.

Secondo quanto scrive il Bea oggi in una nota, pubblicata sul suo sito internet, l’equipaggio era stato avvertito ad un certo punto da uno dei piloti che il velivolo stava entrando in una zona di forte turbolenza. E’ stato circa 8 minuti prima della fine della registrazione da parte delle scatole nere. I piloti avrebbero quindi constatato il malfunzionamento di certi strumenti, in particolare dei dati della velocita’, perdendo il controllo del velivolo. Poco prima che l’aereo sprofondasse nell’oceano, circa 2 minuti e 30 secondi prima della fine della registrazione, uno di loro ha detto: ”nessuna delle indicazioni che abbiamo e’ valida”.

Dati diversi legati alla velocita’ sono stati indicati dagli strumenti per poco meno di un minuto. Un crollo della velocita’ molto elevato e’ stato registrato. I risultati dell’indagine hanno indicato fino ad ora la presenza di un solo guasto prima dello schianto, quello ai sensori di velocita’ Pitot, che pero’, secondo il Bea, non dovrebbe essere il solo elemento all’origine del dramma. Secondo quanto scrive oggi il quotidiano Liberation, i piloti e l’equipaggio di bordo non avevano la preparazione necessaria ad affrontare la serie di guasti all’origine dell’incidente. Il giornale si e’ procurato una nota giudiziaria del 20 marzo 2011, servita ad incriminare Airbus e Air France di ”omicidio colposo”.

Nella nota, riprodotta sulle pagine del quotidiano, si legge che all’epoca dell’incidente, il 1/o giugno 2009, ”l’equipaggio non era preparato a affrontare” i guasti legati al malfunzionamento dei sensori di velocita’. Il problema di fondo, si legge ancora, era la mancanza di ”informazione” e di ”allenamento” dell’equipaggio. Inoltre, le procedure messe a punto da Airbus per risolvere i problemi legati a questi sensori (che tendevano a congelarsi a certe altitudini, generando dati erronei sulla velocita’ del velivolo) erano ”difficili da applicare” e ”non specificatamente adatti” alla situazione.