BRUXELLES – L’Unione europea è pronta a fare di più per aiutare l’Italia ad affrontare l’emergenza immigrazione. E’ il messaggio che Barroso dà direttamente a Berlusconi. Ma anche la ‘ministra degli interni’ della Ue Cecilia Malmstrom, dopo due giorni di visita in Tunisia, è rassicurante: a Tunisi c’è ”volontà di cooperare e trovare una soluzione costruttiva sul rimpatrio dei clandestini”, per ora fissato in 4 persone al giorno. Semmai il problema è nelle scelte dei 26 governi ‘soci’ dell’Italia in Europa: saranno loro a dover far sì che la solidarietà non resti ”solo una bella parola”, come avverte la Commissaria.
Fosse per lei, la Francia dovrebbe evitare i respingimenti verso l’Italia su una frontiera che è stata cancellata da Schengen. Peccato che ci sia un accordo bilaterale a giustificarli. Bisognerà comunque attendere il consiglio dei ministri degli interni in programma l’11 aprile in Lussemburgo per avere un quadro concreto della solidarietà europea. Sul piano del sostegno economico europeo Malmstrom ricorda che Roma ha già ricevuto ”una cifra considerevole” da quattro diversi fondi comunitari e che l’Italia per ora ”non ha ancora speso tutto”. Ma aggiunge che, se servirà, la Ue è ”pronta a discutere di altri fondi quando questi soldi saranno finiti” ed afferma che la Ue potrà sostenere i rimpatri mettendo a disposizione il 75% della somma che sarà eventualmente destinata a chi sceglierà il rientro volontario.
Nei due giorni in Tunisia, la Commissaria Ue ha visitato i campi profughi alla frontiera con la Libia ed ha incontrato i nuovi ministri di interni, esteri, finanze e pianificazione economica di Tunisi. E’ da li’ che vengono le notizie migliori per noi. Perché è vero che il nuovo governo sui rimpatri non ha parlato di cifre, ma ha mostrato disponibilità a trattare e si è mosso anche per intercettare le organizzazioni criminali che sfruttano il traffico di esseri umani. La Commissaria ha visitato di persona i campi profughi al confine con la Libia attraverso i quali ”sono passate finora 220.000 persone”. Rivela che ancora oggi ”vi arrivano 4.000 persone al giorno”. Elogia lo straordinario sforzo della popolazione tunisina e ricorda che ”se i 27 paesi della Ue agissero insieme, quei campi potrebbero essere svuotati”.
E’ proprio questo impegno europeo a sembrare difficile da ottenere. Per ora solo la Svezia si e’ detta disposta ad accogliere 200 rifugiati richiedenti asilo. ”Con altri paesi la trattativa e’ aperta”, ma Malmstrom non può fare nomi. L’esempio di quanto sia teorica la cooperazione europea viene da quel ‘muro’ di flic francesi che intercettano i tunisini per rispedirli in Italia. Respingimenti che non piacciono affatto a Bruxelles. Quando le chiedono se le autorità francesi abbiano il diritto di rispedire i migranti in Italia, Malmstrom è colta di sorpresa.
Riflette a lungo prima di rispondere: ”In linea di principio no. Non ci sono più frontiere. C’è Schengen, non puoi fare controlli alle frontiere. Li puoi fare solo se c’è una seria minaccia alla sicurezza pubblica, ma al momento non è questo il caso”. Pero’ c’è anche l’accordo bilaterale firmato nel 1997 tra Francia e Italia a Chambery. La Commissione potrà intervenire solo se Roma e Parigi glielo chiederanno. ”E noi saremo pronti a dare una mano”.