Massimo Giuseppe Bossetti, Dna inutilizzabile in tribunale: serve nuova prova

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Giugno 2014 - 20:21| Aggiornato il 18 Giugno 2014 OLTRE 6 MESI FA
Massimo Giuseppe Bossetti, Dna inutilizzabile in tribunale: serve nuova prova

Massimo Giuseppe Bossetti

BERGAMO – Omicidio di Yara Gambirasio, il campione di Dna che ha portato al fermo di Massimo Giuseppe Bossetti, dopo essere stato prelevato con un alcol test durante un controllo apparentemente casuale, non potrà essere usato in tribunale. Alessandro Galimberti sul Sole 24 Ore ricorda che, in base al codice di procedura penale, dovrà essere svolto un nuovo test sull’indagato. Quindi sarà necessario prelevare un nuovo campione di materiale organico (saliva, pelle o capelli) da sottoporre a nuovi accertamenti e da comparare alle tracce di Dna trovate sulla biancheria intima di Yara.

In teoria Bossetti potrebbe rifiutarsi si sottoporsi ad un accertamento medico coattivo ma la sua posizione di indagato per un delitto che viene punito con l’ergastolo consentirebbe al giudice di imporre il trattamento sanitario necessario per individuare il colpevole.

Scrive Galimberti:

“A quel punto, rispettate tutte le norme procedurali – che sono il presupposto necessario per la tenuta del processo fino alla Cassazione, cioè sventare il rischio di annullamenti formali – l’esito dell’inchiesta è tutto rimesso alla bontà scientifica della comparazione genetica.

In questo campo, l’esperienza processuale insegna, la partita si giocherà sulla quantità e sulla genuinità dei due campioni genetici da confrontare. Dato per assodato che quello trovato sulla vittima è un campione “non corrotto” – cioè ben conservato e contenente un numero di informazioni sufficiente e sufficientemente limpido e dato per scontato che l’accertamento tecnico su Bossetti garantirà un risultato perfettamente utilizzabile, l’esito non controvertibile del processo dipenderà dalla comparazione di quei due profili genetici. Se “matcheranno” come già avvenuto per la prova costata il carcere al muratore, questa evidenza da sola basterebbe per considerarlo colpevole oltre ogni ragionevole (e scientifico) dubbio.

In realtà poi sull’unico indagato per il delitto di Yara grava anche una serie di indizi che spalancherebbero, addirittura quasi da soli, la porte del carcere al muratore bergamasco. La presenza del suo telefonino in zona nell’orario del delitto, apparecchio agganciato dall’antenna locale alle 17.45 (telefono poi subito spento fino alla mattina successiva), il riscontro della polvere di calce rinvenuta nei polmoni di Yara, i tondini da cantiere edile rilevati sulla suola delle sue scarpe, consentirebbero ai giudici di merito e poi a quelli di Cassazione (se mai si arriverà fin lì) di emettere una sentenza del tutto inattaccabile”.

Intanto, comunque, il profilo genetico estratto dal palloncino dell’alcol test corrisponde al 99,99% a quello repertato sulla biancheria di Yara.