Isis, uccisi 40 membri uomini legati ad attentati in Europa

di redazione Blitz
Pubblicato il 29 Aprile 2016 - 16:12 OLTRE 6 MESI FA
Isis, uccisi 40 membri uomini legati ad attentati in Europa

Isis, uccisi 40 membri uomini legati ad attentati in Europa

NEW YORK – Isis, sono almeno 40 gli uomini uccisi dalle forze speciali americane perché stavano preparando attentati in Africa e in Europa. Tra loro ci sono anche terroristi legati alle stragi di Bruxelles e Parigi del 22 marzo e del 13 novembre. E’ quanto hanno rivelato alcuni funzionari del Pentagono al Daily Beast. Si tratta di meno della metà dei target inseriti dagli Stati Uniti nelle liste di obiettivi da abbattere. A questi 40, però, vanno aggiunti i combattenti colpiti dall’aviazione, con droni e caccia.

La maggior parte di questi terroristi, accusati di aver istigato, finanziato o ideato attacchi, è stata colpita in Siria. Sempre secondo il Pentagono i combattenti del Califfato sarebbero diminuiti dai 33 mila dell’anno scorso agli attuali 19-25 mila.

Il Pentagono ha stilato una lista di obiettivi, un’estensione di quella che da anni la Cia utilizza nella caccia ai terroristi. Per ognuno di loro ci sono i dati relativi a contatti e collaboratori e soprattutto ai luoghi frequentati.

Spiega Guido Olimpio sul Corriere della Sera, riprendendo l’articolo del Daily Beast: 

E’ una mappa planetaria, dalla Somalia allo Yemen, dall’Afghanistan all’Iraq. Su questa si è sovrapposta quella legata alla lotta all’Isis nel teatro siro-iracheno. Il JSOC, Joint Special Operations Command, ha messo insieme le forze speciali – Delta Force, Navy Seals – a team dei Berretti Verdi. I primi abituati a sfondare, i secondi addestrati anche ad interagire con l’ambiente circostante. Poi l’intelligence, con una doppia chiave: gli agenti indagano attraversano i propri ganci nel campo nemico e in alcuni casi «incidono» con i Reaper. E’ una pressione costante che senza dubbio ha messo fuori combattimento numerosi «ufficiali» di al Baghdadi. Nell’articolo di «Daily Beast» è citato Charaffe al Mouadan, detto Abu Suleymane, sospettato da molti di essere uno dei referenti del commando del Bataclan.

(…) Se gli Usa assestano questi colpi è perché hanno infiltrato il network. E da tempo. Nel nord del quadrante siriano e nella stessa Mosul (Iraq) possono contare sulle «talpe». C’è chi è in grado di passare agli americani informazioni rapide e preziose sugli spostamenti di alcuni personaggi. L’egiziano Rifai Taha, figura storica del qaedismo, è stato incenerito appena pochi giorni dopo il suo arrivo nell’area di Aleppo per intraprendere una mediazione. «Colonnelli»Isis sono stati sorpresi lungo gli assi stradali da incursioni di elicotteri delle Special Forces. L’intelligence funziona. Anche contro i mujaheddin di al Zarkawi gli Stati Uniti riuscirono a lanciare attacchi efficaci usando sistemi mai completamente chiariti dal binomio Cia-Pentagono. Era la formula «Tagging, Tracking and Locating», il programma «letale e sofisticato» al quale alluse Bob Woodward nel 2008. L’esperienza di quegli anni è stata ripetuta contro i seguaci del Califfo.