La Tunisia aspetta per un nuovo governo: spari a Tunisi e scontri a Biserta

Pubblicato il 17 Gennaio 2011 - 12:35 OLTRE 6 MESI FA

Scontri e violenza a Biserta, una manifestazione repressa a Tunisi. Dopo gli scontri degli ultimi giorni e la cacciata del presidente Ben Ali, la Tunisia aspetta per un nuovo governo di unità nazionale, ma la tensione è altissima. Secondo la televisione di Stato tunisina nella città costiera di Biserta è stato assaltato l’ospedale e un deposito di armi. Una donna, contattata telefonicamente in diretta dalla televisione, ha detto piangendo: “qui è una guerra”. Trenta persone sono state arrestate.

Biserta è una importante base militare, anche navale, ed ospita tre caserme. In centro a Tunisi si sono sentiti spari alla manifestazione di protesta La polizia voleva disperdere la folla e ha esploso colpi in aria contro chi urlava slogan contro l’inclusione nel nuovo governo di rappresentanti del vecchio regime.

Dopo la caduta del presidente Zine al Abidine Ben Ali decine di persone sono scese in piazza. Intanto, l’oppositore storico tunisino in esilio, Moncef Marzouki, ha annunciato da Parigi la sua candidatura alle elezioni presidenziali previste nel giro dei prossimi due mesi. Marzouki è leader del Congresso per la Repubblica, partito della sinistra laica messo fuori legge sotto il regime. “Presenterò la mia candidatura – ha dichiarato Marzouki -. Ma il problema non è questo: la questione è invece se ci saranno o meno elezioni libere e oneste e se sarà possibile a tutti, uomini e donne di buona volontà, di presentarsi alle elezioni”.

E ha aggiunto: “Verrà abolita la legge elettorale in vigore attualmente, che è stata concepita dalla dittatura per la dittatura. Sotto quale costituzione andremo al voto?”. Sabato, il Consiglio costituzionale ha proclamato la “vacanza definitiva del potere” e la nomina di Foued Mebazaa 1, presidente del Parlamento, al posto di presidente della Repubblica ad interim. In base alla Costituzione, entro 60 giorni saranno convocate elezioni legislative e presidenziali. “Al momento siamo davanti a un paradosso – ha commentato Marzouki -: la Tunisia ha cacciato il dittatore, ma la dittatura resta là. La dittatura non è solo Ben Ali, la dittatura è il sistema. E il sistema si basa sul partito, l’Rdc (rassemblement constitutionnel democratique) al potere sotto Ben Ali”. Si tratta di un partito “clientelare” che esercita il potere su tutto il paese, “un’autentica piovra, e questo partito è ancora là e mantiene i posti chiave del governo”.