La Resistenza a Roma, un libro scomodo e senza retorica Picozza e Rivolta, contributo onesto alla storia d’Italia

La Resistenza a Roma, un libro scomodo e senza retorica Picozza e Rivolta, un contributo onesto, preciso e prezioso alla storia d’Italia

di Sergio Carli
Pubblicato il 29 Gennaio 2023 - 09:42 OLTRE 6 MESI FA
La Resistenza a Roma, un libro scomodo e senza retorica Picozza e Rivolta, contributo onesto alla storia d’Italia

La Resistenza a Roma, un libro scomodo e senza retorica Picozza e Rivolta, contributo onesto alla storia d’Italia

La Resistenza senza retorica o luoghi comuni, una cronaca onesta e senza sotterfugi: il libro di Carlo Picozza e Gianni Rivolta è un contributo preciso e prezioso alla storia d’Italia.
La Resistenza dimenticata è un volume di 168 pagine, che racconta con ricchezza di dettagli un periodo preciso della nostra storia, nella Roma occupata dai tedeschi, attraverso le vicende, anche tragiche, di sei protagonisti, tre uomini e tre donne.
Si legge come un romanzo, per come è scritto, senza sbavature, sprechi di parole né retorica.
Ma è anche una specie di biopsia dell’anima italiana, per le vicende narrate, emozionanti e angoscianti. Un intreccio di eroismo e amore di Patria, di sogni rivoluzionari per nostra fortuna non realizzati. E anche dei più abietti moventi che ci spingono a tradire il vicino e l’amico: questo tratto del racconto, scarno e senza veli, con nomi e cognomi, è come tante iniezioni di amarezza e sfiducia nel genere umano. Ci si chiede: ma come è possibile?
Gli autori sono noti. Carlo Picozza è un eccellente giornalista di Repubblica, grande reporter della sanità non solo del Lazio. Cronista onesto come pochi, senza auto bavaglio mai, la verità prima di tutto.
Lo conosco da 30 anni e confermo come questa sua qualità si sia tradotta nella qualità stessa del libro.
Guanni Rivolta è uno storico apprezzato, specialista di una delle zone più caratteristiche della Roma popolare fuori Mura aureliane.
Il lavoro di ricerca è andato avanti fra lunghe pause per 40 anni. Nel libro nessun dettaglio è trascurato, anche quelli che aprono su risvolti meno nobili, come il militante comunista spia sovietica anche dopo la guerra.
Ogni pagina va letta, anche le note.
I protagonisti sono Luciano Lusana, Riziero Fantini, Salvatore Petronari, Maria Baccante, Raffaella Chiatti e Anna Carrani.
Picozza e Rivolta si chiedono: perché sono caduti in un cono d’ombra?
La risposta, arrivati in fondo, è semplice. La loro storia non è funzionale alla retorica della Resistenza romana, sovrastata dall’ombra di due tragedie: l’attentato di via Rasella e la strage delle Fosse Ardeatine, come rileva, nella presentazione (preziosa anche per i dettagli sulla recente storia della riva sinistra del Tevere), lo storico Mauro Canali.
Altra spiegazione, un fatto che forse motivò il limitato riconoscimento del contributo dato dai romani all’antifascismo.
L’occupazione tedesca (preferisco questo termine a quello di nazismo perché erano tedeschi solo in parte nazisti) a Roma fini nel giugno del ‘44.
Continuò per altri 11 mesi, con rastrellamenti, stragi, violenze e eroismi, nonché bombardamenti alleati, nel grande Nord.
Fu una scelta sbagliata di Eisenhower di cui paghiamo ancora le conseguenze ma sempre meglio di uno sbarco più a ovest. Per questo il contributo del Nord alla Resistenza fu maggiore e più composito. E anche la sofferenza della gente comune.
Il mio più caro amico fu concepito durante un bombardamento e battezzato otto mesi dopo sotto un altro bombardamento.
Questo spiega, ma anche rende più appassionanti, le sei storie del libro. Leggetelo, non vi pentirete.

La Resistenza dimenticata.
La storia taciuta di sei patrioti nell’Italia in guerra.
di Carlo Picozza e Gianni Rivolta
Media & Books editore, 168 pagg. €18