Carcere duro, Cospito tira più di Panzeri, rissa a Montecitorio, domanda incendiaria: il Pd da che parte sta?

Carcere duro, Cospito tira più di Panzeri, rissa a Montecitorio per una rivelazione di Donzelli, domanda incendiaria: il Pd da che parte sta?

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 2 Febbraio 2023 - 08:55 OLTRE 6 MESI FA
Carcere duro, Cospito tira più di Panzeri, rissa a Montecitorio per una rivelazione di Donzelli, domanda incendiaria: il Pd da che parte sta?

Carcere duro, Cospito tira più di Panzeri, rissa a Montecitorio per una rivelazione di Donzelli, domanda incendiaria: il Pd da che parte sta?

Carcere duro, rissa a Montecitorio: il Pd da che parte sta? La vicenda dell’anarchico Alfredo Cospito e  la “battaglia” in corso pro o contro il carcere duro, ha acceso riflettori e polemiche sul 41 bis.

È l’articolo del’Ordinamento Penitenziario (OP) che prevede e disciplina la rigidità della prescrizione carceraria. Un trattamento per casi eccezionali, rigidissimo; ai limiti della civiltà e umanità, come taluni sostengono. Ma indubbiamente efficace perché isola un pericoloso detenuto, impedendogli ogni contatto con eventuali complici o familiari. E così Cospito, in carcere da dieci anni (ora è nel penitenziario milanese di Opera dove continua lo sciopero della fame) è balzato agli onori delle cronache.

Gli viene attribuita la paternità ideologica degli ultimi attacchi anarchici, delle minacce allo Stato e delle conseguenti tensioni. Insomma, non si parla d’altro. E ciò è francamente una esagerazione. Sconosciuto fino a pochi giorni fa, il bombarolo Alfredo è diventato in poche ore  il più gettonato del reame. E il teatrino della Politica, a  corto di copioni, l’ha sveltamente ingaggiato.

RISSA A MONTECITORIO

Il 41 Bis è arrivato alla Camera e ha tenuto in scacco l’aula per una intera giornata. Protagonisti Giovanni Donzelli deputato di Fratelli d’Italia e Giuseppe  Provenzano vice segretario del PD di Letta, già ministro del governo Conte.

La rissa verrà risolta da un giurì d’onore. Pomo della discordia e della bagarre un interrogativo del meloniano al partito Democratico accusato di tenere un atteggiamento ambiguo sul caso Cospito: ”Voglio sapere se la sinistra sta con lo Stato o con i terroristi che stanno con i mafiosi”.

E Ggià che c’era ha tirato in ballo la visita dei parlamentari del Pd in cella dell’anarchico. Ha aggiunto Donzelli:” Il 12 gennaio 2023 Cospito mentre parlava con i mafiosi incontrava parlamentari come Serracchiani, Lai, Orlando e Verini che andavano a incoraggiarlo nella battaglia”. Apriti cielo! È scoppiato un putiferio al punto che il ministro Nordio ha disposto subito una ispezione al suo Capo Gabinetto. Nel caos che ne è seguito si è infilata pure una resa dei conti tutta interna a FdI tra Donzelli e Rampelli. Le opposizioni hanno immediatamente chiesto le dimissioni del deputato meloniano dalla vice presidenza del Cobasir. Terzo Polo e M5S sono andati prontamente a rimorchio. Dal fronte della maggioranza Lega e FI hanno dato segni di fastidio per i toni usati da Donzelli. Tranciante Salvini: ”Non mi interessano le beghe”.

NORMA INTRODOTTA NEL 1992

Il regime del 41bis è tornato  d’attualità non solo per il caso Cospito ma anche per l’arresto recente di Matteo Messina Denaro. La formula “41bis” nel dibattito comune si riferisce alle deroghe rispetto alle “normali regole di trattamento dei detenuti e degli internati e ai normali benefici” previste dall’Ordinamento Penitenziario.

Sostanzialmente per evitare che, soprattutto boss mafiosi e figure apicali di associazioni terroristi e “capi”  di associazioni a delinquere finalizzate al narcotraffico e alla tratta di esseri umani, continuino ad esercitare la loro influenza e il loro ruolo di comando sulle rispettive organizzazioni criminali dal carcere. Il cosiddetto “carcere duro” è dunque il nuovo tema caldo della Politica italiana. Tutto passa in cavalleria. A cominciare dal Congresso Pd o dal colorito Qatargate. Cospito tira più di Panzeri. È la Politica, bellezza!