Pensioni d’oro, il braccio di ferro Napolitano-Renzi

di Franco Abruzzo
Pubblicato il 27 Dicembre 2013 - 06:23 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Giorgio Napolitano firmerà la legge di stabilità? La domanda è lecita per chi è convinto che il Presidente della Repubblica sia persona coerente con le proprie convinzioni ed è giustificata dallo scorno con cui il neo segretario del Pd Matteo Renzi ha accolto l’invito di Giorgio Napolitano sul tema delle cosiddette pensioni d’oro.

Come ha rivelato Franco Bechis su Libero,

il presidente della Repubblica aveva chiesto al Parlamento di levare dalla legge di stabilità il prelievo sulle pensioni d’oro per non creare un nuovo braccio di ferro con la Corte Costituzionale.

I renziani, guidati dalla mente economica della squadra di Renzi, Yoram Gutgeld, si sono opposti e hanno vinto.

E’ scomparsa dal testo del ddl sulla stabilità la soluzione data per sicura in un primo momento: un emendamento che compensava il prelievo sulle pensioni d’oro (che vale alla fine 50 milioni di euro) con misura simile ma in regola con le richieste della Corte: un innalzamento dal 3 al 4% dell’attuale contributo di solidarietà su tutti i redditi al di sopra dei 300 mila euro.

Per questo ora viene la domanda: Napolitano firmerà la legge?