Pd spaccato fra Schlein e Bonaccini, le elezioni europee scatenano il contrasto, lei tira dritto ma l'Italia soffre, saremo noi a pagare il prezzo Pd spaccato fra Schlein e Bonaccini, le elezioni europee scatenano il contrasto, lei tira dritto ma l'Italia soffre, saremo noi a pagare il prezzo

Pd spaccato fra Schlein e Bonaccini, le elezioni europee scatenano il contrasto, lei tira dritto, l’Italia soffre

Pd spaccato fra Schlein e Bonaccini, le elezioni europee scatenano il contrasto. Come era facile prevedere la guerra sotterranea fra Eddy Schlein e Stefano Bonaccini non si è fatta attendere per esplodere.

Tra i due non c’è feeling e questo lo si era potuto constatare alla vigilia delle primarie quando inaspettatamente la neo iscritta al Pd era riuscita a prevalere sul suo ex presidente ribaltando il voto degli iscritti con quello del “più libero non si può”. Ora i nodi sono venuti al pettine e durante un recente convegno se le sono suonate di santa ragione.

Bonaccini non vuole difendere più un partito piccolo e radicale che non serve. “La nostra deve essere una vocazione maggioritaria”, aggiunge, facendo capire alla segretaria ed al pubblico in sala che questa strada non porta da nessuna parte.

Bonaccini, per dirla in parole povere, non ha ingoiato il rospo delle primarie ed ora comincia a dirlo apertamente piuttosto che seguire la via del silenzio e della diplomazia. Se si fa per un attimo mente locale ci si accorge che è finito il tempo dei sorrisi e delle false strette di mano. Tanto è vero che la segretaria non tace e fa finta di niente. Al contrario è caustica.

Dice: “Se il Pd avesse fatto bene in passato una come me non sarebbe mai stata eletta”. Punta il dito contro i trenta fuoriusciti dalla Liguria e accusa: “Forse avevano sbagliato l’indirizzo prima”. Comunque, nessuna mano tesa, nessuna carezza ai malumori. È vero: il cambiamento incontra sempre resistenze, ma non bisogna arretrare. “Questa è la nostra linea”, sostiene e prosegue senza incertezze quella che considera la sua linea.

È chiaro che la forte sterzata a sinistra non può essere gradita ai vecchi dc o ai moderati del Pd. Un esponente di spicco come Vincenzo Guerini non tarda a replicare, perché il disagio non va ignorato. Ci mancherebbe altro. In un partito dilaniato dalle correnti (quante sono?) anche le “minoranze-minoranze” vanno ascoltate. Elly non si oppone, ma va avanti per la sua strada tanto è vero che insegue una forza completamente diversa da quella attuale. Chi ci vuole stare sia il benvenuto, in caso contrario le porte sono sempre aperte per chi non gradisce la svolta.

Sempre attenta a ciò che avviene in via del Nazareno, Elly non dimentica il panorama generale della nostra politica e studia con attenzione il caso Renzi. Dove desidera andare l’ex presidente del consiglio? Vuole far nascere un grande centro? Può darsi: allora le vie della Schlein sono due: isolare la nuova iniziativa per evitare che diventi troppo forte e, nel contempo, monitorare  Renzi perché smetta di fare l’occhiolino alla destra. Sempre il solito Guerini non ci sta ed alza il tono della sua critica: “In un partito si discute, non si obbedisce”.

In una situazione così difficile per il Paese queste posizioni fanno male a tutti. Ma la polemica che ha come obiettivo le elezioni europee del prossimo anno non arretra nemmeno di un passo dinanzi ai pericoli ed ai guai finanziari che sta attraversando l’Italia. Le famiglie tirano sempre più la cinghia, pranzo e cena non possono mancare sulle nostre tavole, ma i bilanci sono magri ed a volte la spesa giornaliera diventa un grande problema. Non solo per quello che riguarda il cibo. I figli vanno a scuola. Bene, anzi benissimo. Però, attenzione: il caro libri si è fatto pesante e costa cinquecento euro in più dello scorso anno. La vogliamo smettere di litigare?

 

Gestione cookie