I “Bond Morte” di Deutsche Bank: incassi se crepano, perdi se vivono

di Riccardo Galli
Pubblicato il 7 Febbraio 2012 - 15:54 OLTRE 6 MESI FA

Josef Ackermann (Lapresse)

BERLINO – E’ giusto fare soldi scommettendo sull’aspettativa di vita degli ultra settantenni? Secondo Deutsche Bank sì, nonostante le parole di chi quella banca guidava sino a qualche giorno fa: Josef Ackermann. Il sistema è semplice ed aperto a tutti: si chiama “db Kompass Life 3” e si fonda sulle vite di un campione di 500 cittadini statunitensi di età compresa tra 72 e 85 anni. Anziani che vengono regolarmente contattati da una società specializzata e mettono a disposizione i loro dati sanitari. Il sistema della banca tedesca si basa poi su complessi calcoli matematici ma, come riassume lo Spiegel, si traduce in una formula molto semplice: tanto più velocemente una delle 500 persone del campione passa a miglior vita, tanto più alto risulta il guadagno per l’investitore.

Secondo i calcoli effettuati dallo studio legale von Ferber-Langer, se le persone-campione vivono in media al massimo 12 mesi in più di quanto stimato dai medici, la rendita per gli investitori va oltre il 6%. Se invece, malauguratamente, decidono che non è ancora arrivata la loro ora e vivono più di 3 anni in più di quanto pronosticato dai medici, allora gli investitori perdono la metà dei loro soldi. La rendita oscilla tra questi due punti: se le persone-campione vivono dai 12 ai 38 mesi in più di quanto atteso o meno.

A svelare e denunciare la discutibile pratica messa in atto dalla Deutsche Bank non sono state le “solite” associazione dei consumatori o altri gruppuscoli sinistroidi. La bacchettata alla banca è arrivata invece dall’Associazione delle banche tedesche, cioè dall’organizzazione che difende gli interessi degli istituti privati in Germania. Non proprio un’associazione di educande quindi. Un simile fondo dicono “è difficilmente conciliabile col nostro sistema di valori, in particolare col principio centrale dell’inviolabilità della dignità umana”. Il difensore civico dell’associazione poi, rispondendo a un investitore che chiedeva indietro i suoi soldi, ha aggiunto: “Spetta a un tribunale chiarire se una simile scommessa non violi i divieti di comportamento che emergono dal nostro ordinamento morale”.

Che di questo tipo di investimenti la banca tedesca non vada fiera emerge anche da quanto detto da Josef Ackermann nella sua ultima conferenza stampa da ceo della Deutsche: “In quanto leader di mercato in Germania e una delle maggiori banche nel mondo abbiamo una particolare responsabilità che consiste non solo nel rispettare regole e direttive vigenti, bensì anche nel aggiungere i nostri obiettivi economici in modo onesto, cioè moralmente sostenibile. Nessun business vale tanto da poter mettere in gioco la buona reputazione della banca”.

Evidentemente però il fondo “db Kompass Life” funzione così bene da essere arrivato alla terza versione. La più hard di tutte. Il db Kompass Life 3 è infatti il primo fondo che non si basa su polizze o assicurazioni reali, scommette invece direttamente sull’aspettativa di vita.

Con “db Kompass Life 1” e “db Kompass Life 2” Deutsche Bank aveva seguito ancora un principio diciamo “classico”: aveva cioè acquistato le polizze di cittadini statunitensi che non potevano più permettersele e di conseguenza le vendevano a istituti e fondi hedge che puntavano a incassare, in caso di decesso, il capitale assicurato. Un giochino classico ma molto fruttuoso che ha reso all’istituto tedesco ben 700 milioni di euro. E così hanno deciso di andare oltre. Chissà se si può scommettere allo stesso modo anche sulla sopravvivenza degli stati sovrani, sulla Grecia arriverebbero certo molte puntate.