Bordelli, in Germania è industria da 15 miliardi: 400 mila prostitute, numeri da Adidas

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Marzo 2014 - 15:36 OLTRE 6 MESI FA
Bordelli, in Germania è industria da 15 miliardi: 400 mila prostitute, numeri da Adidas

L’articolo di Valdambrini sul Fatto Quotidiano

STOCCARDA – La prostituzione in Germania è diventata una vera e propria industria che impiega 400.000 “sex workers” che ogni giorno soddisfano le voglie di 1,2 milioni di clienti. Per un giro d’affari di 15 miliardi di euro: sono numeri che non hanno niente da invidiare, spiega Andrea Valdambrini sul Fatto Quotidiano, a un colosso (sempre tedesco) come l’Adidas.

È l’effetto della legge voluta dal cancelliere socialdemocratico Gerard Schroeder nel 2002, che ha legalizzato la prostituzione, pur continuando a punire lo sfruttamento della prostituzione.

La Germania antiproibizionista prospera sul proibizionismo degli altri grandi Stati europei, Italia e Francia su tutti, che si stanno rivelando una vera miniera di clienti per i bordelli tedeschi. In particolare il parlamento francese ha approvato due mesi fa una legge più restrittiva che criminalizza i clienti. L’effetto è che una delle nuove capitali del sesso (le grandi città tedesche hanno rubato da tempo lo scettro ad Amsterdam) potrebbe diventare Saarbruecken, che ha come principale merito la vicinanza alla frontiera francese e a due importanti centri oltreconfine come Strasburgo (sede del Parlamento europeo) e Metz.

Sul fronte italiano a beneficiare di più dei “pendolari del sesso” sono i bordelli austriaci, come quello di Hohenturn, a pochi km da Tarvisio. Ciò non impedisce ai bordelli bavaresi, i più vicini ai nostri confini, di prosperare grazie alla forte “domanda” degli italiani in trasferta.

Non stupisce quindi che l’efficienza tedesca abbia trasformato la prostituzione libera in un’industria dove le nuove “fabbriche” sono i mega bordelli. E come nel caso delle grandi fabbriche, non è tutto oro quello che luccica, e alcune storie di sfruttamento affiorano ogni tanto in superficie.

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Anche se è più frequente imbattersi in articoli che celebrano dei grandi casini tedeschi la grandezza, la magnificenza e la tutela dei diritti delle lavoratrici. Ecco cosa scrive Valdambrini del Fatto sul più primo dei bordelli (per ora), quello di Stoccarda:

“Aperta nel 2008 dall’imprenditore tedesco Jürgen Rudloff, che già da qualche anno era nel settore delle case d’appuntamento, il centro di Stoccarda ha un giro d’affari mensile che raggiunge i 700. 000 mila euro. Naturalmente è tutto legale: “I controlli sanitari sono costanti e paghiamo le tasse”, ci assicura ancora Beretin, che oltre ad essere presente sul campo è anche socio di Rudloff. […] Fu il cancelliere socialdemocratico Schroeder a voler riconoscere alla prostituzione lo status di lavoro regolare a tutti gli effetti, dando alle sex workers regolari contratti, copertura sanitaria e contributi per la pensione, con l’idea di togliere le ragazze dal marciapiede, dalle mani di sfruttatori e criminalità. Diritti dei lavoratori in cambio di entrate fiscali per lo Stato, questa la ricetta. Come del resto avevano già fatto Olanda e Austria. Per molte prostitute, in ogni caso, un passaggio positivo: “Qui ti puoi sentire sicura e stare tranquilla, non è come sulla strada dove non sai cosa succede”, dichiara la 22 enne Hannah alla Bbc, che ha dedicato uno lungo speciale al bordello di Stoccarda. […]

Entri e la cosa che ti compisce subito è lo spazio. Dalla reception – che a prima vista potrebbe essere quella di un normale spa o di un cinema multisala – si intravvede un ampio patio centrale e poi una doppia fila di archi. Pochi metri e ci sono il bar e la lounge. Un paio di ragazze sui tacchi, una con i capelli castani, l’altra molto chiara, apparentemente dell’Est, bevono un drink e iniziano a conversare con gli uomini che sono intorno. L’arredamento è tutto arabeggiante e al tempo stesso decisamente moderno, vagamento finto: dagli specchi alle lampade ai divanetti con i cuscini, alle grate alle porte che si rincorrono a formare un labirinto. Tantissime le ragazze disponibili, di cui si possono vedere foto su un catalogo, le caratteristiche fisiche e i servizi offerti, come succederebbe in un normale negozio: Nastja, russa, capelli neri, un metro e 68, taglia 36 – striptease e sesso orale (completo). Paula, polacca, è castana, un metro e sessanta taglia 32 fa show dal vivo e molto altro. Quel poco che non è sul catalogo, si immagina. Il più grande d’Europa

Con i suoi quasi 6000 metri quadrati, Paradise è uno dei più grande bordelli d’Europa sicuramente il primo in ordine cronologico e la casa madre di una catena, che fa capo alla società Paradise Island Entertainment, dove lavorano ogni giorno tra le 60 e le 90 ragazze. “Siamo anche in altre due sedi”, ci spiega Michael Beretin, manager del locale, e dato che gli affari vanno a gonfie vele “già programmiamo di aprire il prossimo anno anche a Monaco e Duesserldorf”. Bar, ristorante, spa con bagno turco e sauna finlandese, un grande cinema erotico ma soprattutto 31 stanze al primo piano – ciascuna con il suo arredamento e un colore differente, anche se tutte rigorosamente in stile serraglio – dove ordinatamente i clienti si appartano con le prostitute per un tempo che va dalla mezz’ora in su. Le ragazze che ci lavorano “vengono da tutto il mondo, anche se” non nasconde Beretin “il 40 % di loro sono dell’Est, in particolare bulgare e rumene”. Per i clienti, certo, tutto ha un prezzo: si va dai pacchetti giornalieri da 79 euro a quelli di metà giornata, fino alle entrate rapide magari per chi lavora ed ha fretta. Cibo, massaggi e trattamenti benessere sono compresi in cifre che partono anche da poco, e stabilite secondo un semplice criterio commerciale: un minuto un euro. Con le ragazze invece si contratta. Ma Paradise è soprattutto una macchina da soldi, una realtà che attrae clienti, al ritmo di centinaia ogni giorno, 55. 000 ogni anno secondo le stime della società che gestisce il centro”.