Padre non più papi Silvio (Berlusconi). Ruby lo difende: “Un galantuomo, niente sesso, si è commosso per la mia triste storia, mi ha dato 7.000 euro e una collana

Pubblicato il 30 Ottobre 2010 - 12:47| Aggiornato il 4 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA

La (definizione pericolosa e difficile) marocchina Ruby, che rischia di travolgere col turbine della sua vita fuori giri anche il primo ministro Silvio Berlusconi, ha raccontato al settimanale Oggi, e il Corriere della Sera lo ha ripetuto, che quella sera ad Arcore lei era incinta, e allo stesso Corriere, a Repubblica, all’Ansa e un po’ a tutti quelli che l’hanno agganciata al telefono che Berlusconi “all’inizio non la sapeva, la mia età”, cioè meno di 18 anni, certo 17, forse chissà quando si sono visti la prima volta, anche se lei ora sostiene che fu solo una volta, quella ormai famosa serata a Arcore, in cui peraltro non ci fu sesso. Parlando come un mulino a vento, non si sa con quale blend di verità e bugie, Ruby salva l’anima di Berlusconi ma rafforza anche, nell’opinione dei più impenitenti peccatori, l’immagine di un patetico ex combattente ormai più dedito alle bisbocce “tricolore”in compagnia che all’azione diretta: “E’ stato il primo uomo nella mia vita che non ha cercato di portarmi a letto. Si è comportato come un padre. Giuro.” E aggiunge: “Ci sono rimasta male. Tanto tanto”.  Verrebbe da dire: sic transit gloria mundi. “Quando poi ho confessato che sono minorenne, allora si sono tutti spaventati. Ma secondo me lo avevano capito da un po’”.

Due giornalisti della redazione genovese di Repubblica, Massimo Calandri e Massimo Lorello, e uno del Corriere della Sera, Francesco Alberti,  hanno rintracciato Ruby nel suo rifugio alla periferia di Genova e le hanno parlato al telefono. Ha detto Ruby: “Ho mentito, a lui e a Lele Mora ho detto che ero molto più vecchia. Quando gli ho confessato che avevo diciassette anni, Berlusconi mi ha spiegato che in passato aveva avuto parecchi guai con un’altra minorenne. E che non doveva accadere ancora. Non ci vedremo mai più, così mi ha salutato: gentile, ma deciso”.

La sera di Arcore era anche la sera di san Valentino. Racconta Ruby Lele mi ha portato alla villa con altre dieci ragazze. Una cena “tricolore”, così l’ha chiamata Berlusconi: mozzarella, olive e pomodori. Poi timballo di riso, pummarò e pesto. Come la bandiera italiana». Ricordando questo dispiego di patriottismo e eros, Ruby, nel racconto di Calandri e Lorello, ride. Il Corriere riporta altri dettagli la cena del 14 febbraio (“Ero seduta al fianco di Silvio e vicino alla tenda c’era Apicella che suonava”),  e delle barzellette sul Bunga-Bunga.

Dopo la cena “Silvio (non lo chiamo Papi, non sono Noemi che non sa usare nemmeno i congiuntivi) mi ha portata al piano di sopra. Gli ho raccontato dei miei problemi. E lui si è commosso: voleva aiutarmi.  Mi disse che non chiedeva in cambio nulla. Mi diede una busta con 7000 euro e una collana di Damiani e io gli dissi che sognavo la cittadinanza italiana e diventare carabiniere”. .  E’ stato come fare un giro alla Caritas, quando ti regalano la busta della spesa”.

Poi continua: “Sono andata via prima di mezzanotte”.

Ruby era incinta (piccolo scoop del Corriere) di un bambino, al quale poi ha rinunciato, concepito con un uomo conosciuto all’inizio del 2010, poco prima di essere invitata alla cena di Arcore. A Berlusconi ha raccontato il fogliettone della sua vita, di aver provato a fare la escort senza averne il coraggio, di aver rubato, “ma una sola volta a 12 anni” e che, «se non fosse per la gelosia della signorina Rodriguez», avrebbe volentieri continuato a frequentare Fabrizio Corona, conosciuto anni fa a Catania. E lui paziente ad ascoltare. Altro che festa tricolore, una specie di confessionale casto nella stanza di padre, non papi,  Silvio.

Secondo Ruby, a sentire la sua triste storia, Berlusconi non solo si è commosso, dandole soldi e collana, ma “non ci ha nemmeno provato. Questo mi è piaciuto. Tanto tanto. Ma non è successo niente. Nessun rapporto sessuale.

Dopo, “mi ha mandato qualche messaggino, mi ha detto che gli ero rimasta impressa. Che gli ero piaciuta. Anche tu mi sei piaciuto, ho risposto. E mica per i soldi, sai caro?”  Per lei Berlusconi è stato un padre, mica un “papi”: “Meglio del mio vero padre. Che mi picchiava quando ero bambina. Che mi ha cacciata di casa. Silvio Berlusconi no: lui mi ha accolto a braccia aperte, mi ha invitato a casa sua. E’ stato gentile. Dolce. Tanto dolce. Mi ha protetto, mi ha prestato un po’ di soldi. Ha promesso che mi avrebbe aiutato col permesso di soggiorno. Cosa ha voluto in cambio? Nulla. Giuro”

Ruby nega anche di aver mai pensato di ricattarlo, anzi cita perfino Freu d e la teoria della rinuncia: «Ognuno parla dell’oggetto della rinuncia della sua vita: i preti parlano di sesso, le puttane di Dio, Silvio di famiglia e valori…». Per lei, Berlusconi è ” un galantuomo”, con un’unica colpa: “Far entrare in casa sua gente che non conosce: casini come Noemi e la D’Addario se li è cercati…”

Altri particolari  interessanti sul personaggio Ruby si leggeranno a partire da mercoledì quando il settimanale Oggi sarà in edicola. L’intervista è stata fatta da Marianna Aprile. Siamo alla fine del 2009, anticipa il Corriere. Ruby, in fuga dalla famiglia e dopo un lungo girovagare per la Sicilia, arriva a Milano. Qui conosce Domenico Rizza: “E dopo 3 settimane  andiamo a vivere insieme”. Lei lo ama e continua ad amarlo anche quando l’uomo viene indagato per sfruttamento della prostituzione. “Decisi di rimanere e l’8 gennaio del 2010 facemmo per la prima volta l’amore, io ero vergine”. Durò pochissimo: “Dopo qualche giorno lui mi lasciò e poi ho scoperto che faceva il gigolò”. Ma soprattutto scoprì di essere incinta. Siamo al febbraio del 2010. E proprio in quei giorni Ruby varca, “per la prima e unica volta”, la soglia di Villa Arcore. Minorenne e pure incinta. “Volevo tenere il bambino, poi decisi di andare a Catania e di abortire”.