Gheddafi divide la sinistra. Polemica al Senato: no a un dittatore in aula.

Pubblicato il 11 Giugno 2009 - 08:59 OLTRE 6 MESI FA

La giornata dell’11 giugno si apre, in politica, con un problema molto lontano da quelli che affliggono il risveglio degli italiani, ma che sul piano politico e storico una certa rilevanza ce l’ha: la visita a Roma del dittatore libico Gheddafi e la fine di una ostilità tra la Libia e l’Italia che dura da decenni, da quando appunto, Gheddafi andò al potere.

Gheddafi avrebbe dovuto fare un discorso nell’aula del Senato, ma una rivolta di senatori della sinistra ha costretto il presidente del Senato, Schifani, a spostare l’intervento in una sala minore.

Si può prevedere che oggi ci sarà ancora confusione, con Roma paralizzata per motivi di sicurezza, e qualche inevitabile manifestazione di protesta, che renderà il caos ancora più caotico.

Il mancato discorso di Gheddafi nell’aula del Senato ha rappresentato la prima occasione, a tre giorni dalle elezioni, per mostrare come Antonio Di Pietro e il suo partito, l’Italia dei valori, intendano sviluppare l’azione politica, trascinando il Pd  e quasi imponendogli la propria linea.

Su Gheddafi c’è stata infatti una spaccatura dentro il Pd, dopo che il senatore Niccola Latorre, uomo di D’Alema, aveva dato il suo assenso al discorso di Gheddafi in aula e era stato poi messo sotto processo da altri senatori del suo partito sulla spinta dell’unico voto contrario, quello del rappresentante di Di Pietro.

La bagarre ha fatto dimenticare a molti nella sinistra l’importanza dei buoni rapporti con la Libia per l’Italia: c’è il problema del controllo del flusso degli immigranti clandestini, che solo la collaborazione con la Libia può rendere possibile; c’è il problema dell’approvvigionamento energetico, anche alla luce della poca affidabilità del fornitore russo; c’è il problema di quelle decine di migliaia di italiani espulsi da Gheddafi senza una lira sulla pelle e spogliati di tutti i beni.

Se questo vale per la realpolitick e per la politica degli affari, c’è poi un fatto morale che la sinistra italiana non può obliterare. Il martire libico Omar al – Mukhtar è un signore che venne ucciso dai fascisti  italiani per ordine di Italo Balbo, al culmine di una repressione che costituisce una delle pagine più brutte della storia coloniale italiana, al punto che un film sulla vicenda, con l’attore americano Anthony Quinn nella parte dell’eroe libico, in Italia non è stato mai presentato.

La decisione dei senatori del Pd non è stata unanime, al punto che l’ex presidente del Senato Franco  Marini aveva annunciato che lui comunque sarebbe andato a sentire il discorso e l’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema ha detto non solo che sarebbe comunque andato, ma ha anche ricordato che in passato nell’aula del Senato venne fatto parlare l’allora capo terrorista Arafat, con tanto di pistola nel cinturone.