Giappone, Naoto Kan ottiene la fiducia, ma il partito si spacca

Pubblicato il 2 Giugno 2011 - 21:33 OLTRE 6 MESI FA

TOKYO, 2 GIU -Il premier giapponese, Naoto Kan, ha disinnescato in extremis la mozione di sfiducia della Camera Bassa, solo dopo aver promesso dimissioni non appena completata la messa in sicurezza della centrale nucleare di Fukushima e posto le basi per ricostruire il nordest del Paese, devastato dal sisma/tsunami dell’11 marzo.

La promessa-impegno è stata sufficiente per spostare a suo favore un numero di deputati dei Democratici (DpJ), suo partito, che avevano aderito all’iniziativa di tre forze d’opposizione, Liberaldemocratici, New Komeito e Sunrise Party.

Il responso è stato di 152 voti a favore, 293 contrari e 33 astensioni: l’ex primo ministro Yukio Hatoyama ha annunciato sostegno alla mozione, cambiando idea solo dopo l’incontro con Kan e la promessa di dimissioni.

L’ex presidente DpJ, lo ”shogun ombra”, Ichiro Ozawa, sotto inchiesta per presunti fondi illeciti, non ha partecipato e ha lasciato al suo gruppo libertà di voto.

Superato l’immediato pericolo, Kan, crollato nei sondaggi e accusato di gestione poco efficace della triplice catastrofe, dovrà fare i conti con l’impresa improba di riunire un partito (dove c’è aria da regolamento di conti) che sembra destinato a spaccarsi, come anticipato ieri sera da Ozawa ai suoi uomini (”in caso di rigetto della mozione”).

Il mondo delle imprese, all’unisono, ha tirato il fiato per la mancata sfiducia: ”Un vuoto politico avrebbe mandato in fumo tempo prezioso per la ricostruzione”, ha detto Tadashi Okamura, presidente della Camera di Commercio, mentre Hiromasa Yonekura, numero uno della Keidanren (la Confindustria nipponica), ha auspicato la ”grande coalizione” DpJ-Liberaldemocratici per superare una fase ”decisamente critica”, con il combinato della crisi nucleare, del dopo sisma/tsunami e dell’economia, vista la necessità – come piu’ volte ripetuto dalle agenzie di rating – di promuovere riforme e risanare i conti pubblici.

”Questo non è il momento di pensare a giochi di potere”, ha tagliato corto Yasuchika Hasegawa, presidente dell’influente Associazione dei capi azienda: ”La sfiducia potrebbe minare ulteriormente la fiducia nel Giappone”.

Il premier ha valutato sua ”responsabilità fare il massimo per portare” Fukushima in sicurezza (il gestore Tepco stima di riuscirci per gennaio) e ”fermare il rilascio di materiale radioattivo”. C’è da ”salvare la credibilitè internazionale del Paese”, ha detto al termine di una giornata intensa, lasciando aperta, nella conferenza stampa convocata in tarda serata, l’ipotesi di un governo che duri almeno fino a dicembre ed escludendo passi indietro ”prima o nel giro dell’estate”, come detto (o interpretato ”erroneamente”) da Hatoyama.

Spunti sufficienti per alimentare nuove polemiche, mentre ci sono 30.000 prefabbricati in meno per le popolazioni colpite rispetto alla tabella di marcia.