Soros dietro i black-bloc? No, solo luddisti anti-globalizzazione, Giuseppe Turani

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Maggio 2015 - 14:24 OLTRE 6 MESI FA
Soros dietro i black-bloc? No, solo luddisti anti-globalizzazione, Giuseppe Turani

Soros dietro i black-bloc? No, solo luddisti anti-globalizzazione, Giuseppe Turani

ROMA – A proposito della violenza black bloc, si favoleggia di centrali segrete o spectre innominabili dietro alla loro organizzazione: di più, i questi giorni si è speso il nome del finanziere di origine ungherese George Soros, nome che viene buono per ogni ipotesi complottista.

Giuseppe Turani prova a smontare questi vagheggiamenti vagamente consolatori e sommamente infondati. che fanno il paio con le varie Bilderberg e Trilateral sempre attuali. Inutile andar dietro a queste fantasie, suggerisce Turani: i black bloc non hanno semplicemente fatto i conti con la modernità rappresentata dalla globalizzazione, una minoranza violenta che infiltra il mondo variegato e rispettabile della contestazione pacifica.

Ora, è vero che Soros è un tipo molto originale (anni fa, da solo, con i suoi fondi, provocò il crollo della lira e della sterlina inglese). E’ vero che distribuisce molti soldi a vari organismi più o meno benefici, ma da qui a dire che è lui che ha organizzato, consapevolmente, i black bloc la strada è lunga. Ma, si dice, questi spaccavetrine sono organizzati su scala mondiale, viaggiano, hanno strumenti, spendono soldi: qualcuno li deve per forza finanziare.

Probabilmente questa “lettura” del fenomeno fa il paio con quelli che pensano che il Bilderberg o la Trilateral siano in realtà il governo occulto del mondo, quando è ovvio che le cose non stanno così. Si tratta di consessi privi di potere e che si alimentano soprattutto di grandi chiacchiere (della Trilateral per un certo periodo hanno fatto parte Lilli Gruber e Monica Maggioni, due note dominatrici del mondo). L’unica volta in cui la Trilateral ha fornito un presidente all’America, Carter, ha anche dato agli Stati Uniti uno dei peggiori presidenti della sua storia. […]

Non sono figli della Spectre. Sono figli di una cultura di “opposizione” che non sa fare i conti con il mondo moderno e che quindi contesta tutto ciò che non è contestabile perché è un processo storico in corso da decenni: la globalizzazione.

Per rendersene conto basta scorrere l’elenco di tutti i movimenti del no (no tav, no expo, no ogm, no alta velocità, ecc.), tutti molto attivi e che hanno ampio risalto mediatico. Si è scoperto, però, che si tratta di movimenti (come ammettono loro stessi capi) disorganizzati. Non hanno leader riconosciuti e identificabili, non hanno un servizio d’ordine. Sono quasi del flash mob. E quindi sono facilmente penetrabili da parte dei black bloc, che sono molto meno numerosi, ma assai più determinati e organizzati.

[…] Se invece si continuerà a favoleggiare di Spectre o di cose analoghe, si continuerà a non capire niente. Non c’era nessuno a finanziare i luddisti all’inizio del XIX secolo, non c’era George Soros, il Bilderberg o la Trilateral, però loro spaccavano le macchine lo stesso, semplicemente perché pensavano che avrebbero portato rovina e distruzione nel mondo […]