“Un Paese di meteo-frignoni”, Vittorio Feltri sul Giornale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Dicembre 2013 - 11:32 OLTRE 6 MESI FA

"Un Paese di meteo-frignoni", Vittorio Feltri sul GiornaleROMA – La cosiddetta “tempe­sta di Natale” si è abbattuta con parti­colare violenza sul Nord Europa, provocando disa­stri, mentre ha quasi rispar­miato l’Italia, se si esclude la Liguria dove, tuttavia, non si sono registrati danni irreparabili.

Scrive Vittorio Feltri sul Giornale:

Una volta tan­to le calamità naturali, con­tro le quali è difficile difen­dersi in tutto il mondo e che, pertanto, vanno sop­portate con santa rassegna­zione, ci hanno graziato. Per fortuna.

Se anche dalle nostre parti fo­s­se accaduto ciò che ha scosso la Gran Bretagna (5 morti, miglia­ia di famiglie senza energia elet­trica, chiuso un aeroporto vici­no a Londra) e la Francia (una vittima, auto e case sommerse dalla pioggia incessante), oggi saremmo qui a smoccolare non contro Giove Pluvio, al quale ov­viamente non diamo peso, ma contro il Governo, le Regioni, le Province e i Comuni. Qualsiasi disgrazia, secondo la nostra mentalità, ha un colpevole. Lo cerchiamo a ogni costo special­mente se non c’è perché non può esserci: per esempio, in ca­so di allagamenti dovuti a ecces­so di precipitazioni.

Allora ce la prendiamo con gli addetti alle previsioni del tempo; con la Protezione civile che non ha protetto; col prefet­to che non ha adottato misure preventive; col sindaco che ha sottovalutato il pericolo degli acquazzoni; col governatore re­gional­e che se ne frega del disse­sto idrogeologico; con i ministri che ci rubano tutto compresa la sicurezza (…)

Tornando alla «tempesta di Nata­le », non si segnala­no invece manifesta­zioni di protesta de­gli inglesi e dei fran­cesi che hanno fatto i conti con tragedie non certo inferiori a quelle che periodi­camente ci toccano.

Vi sarà pure un moti­vo per cui il nostro popolo è incline a trovare un capro espiatorio al quale addossare la respon­sabilità di ogni guaio, grosso o piccolo che sia. D’altronde, il detto «piove governo ladro» è nato qui. Non riusciamo a capi­re che la natura non ci ama e che da essa dobbiamo solo di­fenderci con i pochi mezzi di cui disponiamo. Probabilmen­te siamo talmente sospettosi nei confronti di qualunque au­torità da temere che anche la fu­ria degli elementi sia manovra­ta dal Palazzo allo scopo di di­mostrare che siamo ancora sud­diti. Cosicché siamo portati a dare una valenza politica a tut­to, perfino ai fenomeni natura­li, come se dipendessero dagli umani, in particolare se eletti e seduti in poltrona. Da quando non crediamo più in Dio,credia­mo all’onnipotenza degli uomi­ni. Siamo ridicoli.