Sclerosi multipla, metodo Zamboni: “Nessuno sciacallaggio sulle sperimentazioni”

Pubblicato il 8 Ottobre 2010 - 21:33| Aggiornato il 11 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

”Non bisogna assolutamente sottoporsi a interventi fuori da studi controllati. Le terapie sperimentali non devono essere pagate dai pazienti. Chiunque si faccia dare dei soldi per fare questo, compie un atto di sciacallaggio”. A dirlo è Marco Salvetti, professore di Neurologia e membro dell’Associazione italiana sclerosi multipla (Aism), in una tavola rotonda sulla cura Ccsvi e le sue implicazioni per la sclerosi multipla, e il “metodo Zamboni”.

”Ci sono molte ricerche sulla sclerosi multipla – ha spiegato – che come quella del professor Paolo Zamboni aspettano il vaglio della comunità scientifica. Sulla terapia Zamboni dovremmo avere una risposta certa sulla sua efficacia nel giro di 1-2 anni. Ma nel frattempo i malati devono avere pazienza e aspettare”.

Quanto all’ipotesi, valutata da alcuni, di effettuare la “terapia Zamboni” sui malati più gravi come ”trattamento compassionevole, come si fa con i farmaci ad esempio nei malati terminali, nell’attesa che venga autorizzato lo studio di trattamento – ha continuato Salvetti – l’Aism ha detto no, perché può presentare dei rischi e dei pericoli”.