La Corte dei conti bacchetta la Rai: “Troppe spese, canone evaso, servono tagli”

Pubblicato il 14 Aprile 2011 - 16:12 OLTRE 6 MESI FA

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ROMA – La Corte dei conti tira le orecchie alla Rai e invita a cominciare con qualche sforbiciata visti i bilanci e la pubblicità in calo che non riesce insieme al canone sempre più evaso (un italiano su quattro non lo paga) a fare tornare i conti.

Nella gestione economica della Rai ”permangono e risultano accentuati i profili di criticità” e preoccupa, in particolare, l’impatto del ”persistente” sbilancio negativo tra ricavi e costi. Lo sottolinea la Corte dei Conti nella relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della Rai per gli esercizi 2008 e 2009. Per i magistrati contabili, è quindi ”inderogabile” un taglio dei costi.

In particolare, la Corte dei Conti sottolinea ”il persistente sbilancio negativo tra ricavi e costi, le cui ripercussioni sulla situazione economico-patrimoniale e finanziaria della società stanno assumendo carattere strutturale e dimensioni preoccupanti (con una perdita di 79,9 milioni di euro nel 2009)”.

A determinare i risultati negativi, secondo la Corte, ”oltre al mancato contenimento dei costi, contribuisce anche la inadeguatezza del contratto di servizio (stipulato tra il ministero dello Sviluppo Economico e la Rai) in tema di copertura dei costi che lo svolgimento del servizio pubblico comporta”.

La relazione evidenzia ”il ripetersi di risultati negativi” dell’aggregato A della contabilità separata, quella che espone i ricavi derivanti dai canoni di abbonamento e i relativi costi sostenuti per il Servizio pubblico in attuazione delle previsioni del contratto. Dal 2005 tale aggregato, spiega la magistratura contabile, ”è risultato costantemente in disavanzo (per 221 milioni nel 2005, per 296 milioni nel 2006, per 159 milioni nel 2007, per 335 milioni nel 2008 e per 337 milioni nel 2009) con un deficit complessivo certificato, nel sopraindicato quinquennio di attuazione dei contratti di servizio, di 1.348 milioni di euro”.

La situazione non è bilanciata dai risultati dell’aggregato B (che espone i ricavi ed i costi dell’attività commerciale) che, pur avendo chiuso in avanzo (114 milioni per il 2007, 149 milioni per il 2008 e per 118 milioni nel 2009), presenta margini positivi sempre piu’ esigui, per la contrazione del mercato pubblicitario, ed è prevedibile che risulterà sempre meno compensativo. E anche da tener presente che la Rai – fanno notare i magistrati contabili – oltre ad avere, per legge, un’organizzazione strutturale e regionale estesa su tutto il territorio nazionale, sta affrontando un impegnativo piano di investimenti, sempre stabilito per legge, per l’adeguamento impiantistico al sistema digitale terrestre (DTT), per il quale la Societa’ lamenta l’insufficienza dei contributi pubblici sin qui stanziati.

In tale situazione la Corte ha ribadito l’esigenza inderogabile di rigorosi interventi di contenimento dei costi. Gli introiti da canone di abbonamento continuano a rappresentare la più cospicua fonte di finanziamento della Rai. E tale rilevanza, considerati i presumibili effetti della crisi economica sulla raccolta pubblicitaria, è destinata ad accentuarsi. I dati del bilancio Rai 2009 evidenziano che l’incidenza percentuale delle entrate da canone sul totale dei ricavi aziendali è stata del 56,3%, contro il 31,4% della pubblicità ed il 12,3% degli altri ricavi.

L’entrata – voluta e quantificata dal legislatore è, peraltro, notevolmente compromessa dalle crescenti dimensioni dell’evasione, che si attesta, per il canone ordinario, intorno al 26,5% (stima a fine 2009), con un mancato introito per l’Azienda di oltre 500 milioni di euro. Il recupero dell’evasione, anche per gli abbonamenti speciali – che non si riesce peraltro a contrastare – potrebbe contribuire, in particolare, a riequilibrare la posizione economico-finanziaria della Rai.

Le performance economico-finanziarie e patrimoniali della Rai e del Gruppo hanno registrato nel biennio in esame un notevole peggioramento: dalla perdita di 4,8 milioni di Euro del 2007, si è passati alla perdita di 37 milioni per il 2008 e di 79,9 milioni per il 2009. In corrispondente andamento i valori del conto economico consolidato, negativo per 4,9 milioni nel 2007, per 7,1 nel 2008 e per 61,8 nel 2009. In diminuzione il patrimonio netto della Società, che passa dai 576,8 milioni del 2008 ai 497,1 milioni del 2009.

In rilevante aumento i debiti finanziari di Gruppo, che assommano, nel 2009, a 151,5 milioni di Euro a fronte dell’attivo finanziario di 21,1 milioni registrato per il 2008. Alle suesposte criticità, la Rai è impegnata a dare risposta, al fine di ripristinare un duraturo livello di sostenibilità economico-finanziaria, accentuando la linea della riduzione dei costi e della razionalizzazione delle strutture.