“Terremoto violento tra Sicilia e Calabria arriverà presto”: Mottana dei Lincei

Pubblicato il 22 Giugno 2012 - 15:23 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ““I tempi di ricorrenza dei terremoti nell’arco calabropeloritano sembrano indicare che siamo ormai vicini a un prossimo evento devastante”.  Annibale Mottana, dell’Accademia dei Lincei, annuncia un violento terremoto tra Sicilia e Calabria. Mottana si chiede anche cosa resterà di Catania quando il sisma si manifesterò in tutta la sua potenza.

Mottana spiega: “Dalla ricca geodiversità del nostro paese discende anche quel mosaico di scenari insediamenti e usanze, che fanno dell’Italia uno dei più affascinanti poli d’attrattiva del mondo. Come tutti i mosaici anche il nostro, di tanto in tanto, ha un frammento mal messo che si connette male con gli altri, crea difetti e si traduce in difficoltà e disagi per i suoi abitanti -e aggiunge -. Lo Stromboli e l’Etna sono vulcani attivi e, a parte qualche sporadico fenomeno parossistico, non costituiscono un reale problema. Il Vesuvio e Vulcano, invece, sono quiescenti e costituiscono due problemi effettivi. Di Vulcano si sa abbastanza perché il cratere della Fossa é sotto monitoraggio costante, ma ciò non ne riduce la pericolosità: nel caso di un suo risveglio – in una data per ora imprevedibile – non ci sono vie di fuga nell’isola e l’evacuazione sarà la sola soluzione possibile”.

Ma Mottana sottolinea che la prevenzione contro i terremoti è “per ora impossibile e l’abbiamo constatato recentemente in Emilia, ma va insistentemente perseguita, a differenza di quella vulcanica, già nota. Nel Novecento – ha aggiunto – i morti per eruzioni sono stati poco più di un centinaio, mentre quelli per cause sismiche circa 120.000. C’è una grande disparità di effetti tra i due disastri, ma il nocciolo del problema non è qui. Il problema è piuttosto il nostro paese che non ha fin qui dimostrato di saper coniugare la prevenzione dai rischi naturali con il suo sviluppo, soprattutto urbanistico”.

Per dimostrare la sua tesi Mottana ricorda i recenti terremoti: “Ce lo insegnano le recenti esperienze de L’Aquila e dell’Emilia, ma ciò che più preoccupa è l’atteggiamento degli amministratori. Non c’è nessuna giustificazione possibile per le deroghe che essi concedono alla corretta edificazione, peggio se nei luoghi dove il rischio sismico e’ particolarmente frequente e, spesso, devastante”.