Tremonti non Boffo. E neppure Travaglio

Pubblicato il 11 Gennaio 2011 - 20:33| Aggiornato il 14 Gennaio 2011 OLTRE 6 MESI FA

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Il Giornale, quotidiano di casa Berlusconi, termometro degli uomori a palazzo Grazioli e a Arcore, ha avviato un piccolo ma significativo referendum sulla antipatia di Giulio Tremonti che, attraverso il sito internet e la diffusione dei feed a una galassia di siti, ha la potenzialità di una campagna virale.

L’obiettivo sembra per ora mancato: Tremonti non è considerato dai lettori e dalle lettrici del Giornale.it, cui è stato sottoposto un sondaggio in diretta on line, come il più antipatico d’Italia, ma, almeno per ora (per un aggiornamento costante cliccare qui), è solo quarto, dietro Marco Travaglio (di gran lunga il numero uno, Michele Santoro e Fabrizio Corona, il che la dice lunga non tanto sull’ovvia propensione politica dei lettori del quotidiano attribuito a Paolo Berlusconi, ma anche sui loro rigorosi principi morali e moralistici).

Non è il “trattamento “Boffo”, perché non si sono ancora letti riferimenti ai costumi sessuali del ministro Tremonti, anche perché non sembra che gli italiani diano molta importanza al fenomeno e anche perché, in ogni caso, Tremonti non è un giornalista qualunque, per quanto altolocato. Tremonti è uno dei pilastri fondamentali su cui si basa la sopravvivenza politica di Berlusconi, che pertanto col ministro numero uno ci deve andare piano.

Per un certo aspetto però è anche peggio, perché la simpatia e l’antipatia sono materiali di propaganda politica molto importanti anche se poco considerati dalla sinistra, ai quali invece Berlusconi, supremo lettore e interprete dei sondaggi d’opinione, annette valore iperbolico.