“Se non ora quando”, lo spot di Cristina Comencini: maschilisti contro femministe

Pubblicato il 21 Giugno 2011 - 18:35 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Studiamo di più, lavoriamo di più, guadagniamo di meno”, “Ma siamo le più laureate d’Europa”: sono due donne che parlano (Claudia Pandolfi e Valentina Lodovini) e uno spot per l’ultimo raduno dell’Italia al femminile che vuole la parità fra i sessi nella vita e nel lavoro, non solo sulla carta.

“Facciamo dell’Italia un paese per donne” è l’impegno della regista Cristina Comenicini che per l’iniziativa di Siena del 9 e 10 luglio ci ha messo il lavoro di mezzo e ha girato un manifesto video che gira su Youtube.

Tutte le donne sono invitate, tutte le precarie, tutte le mamme, tutte le lavoratrici e tutte le disoccupate: “L’associazione è nata un anno fa per iniziativa di un gruppo di donne, per capire cosa fosse accaduto in Italia. L’Istat racconta che facciamo ancora una fatica mostruosa e siamo rimaste indietro, nel 2011 la condizione femminile è tornata al centro dell’interesse. Anche gli uomini si sono stancati di vedere rappresentate le donne solo come corpi: è stato il primo passo”, ha raccontato a Repubblica due giorni fa.

Il video qualche amarezza la lascia, visto che nel momento in cui scriviamo ha 515 visualizzazioni: troppo poche. I commenti però sono tanti e molti, rigorosamente dietro nomi di fantasia, ignorano il punto su cui si concentra la protesta di “Se non ora quando”: la disparità per alcuni non esiste e per motivarlo portano anche i seguenti esempi.

“Si ma questo non dipende dal FATTO CHE SIANO DONNE ! Dipende dalla professione…. e dai ragazzi, suvvia, ma non diciamo enormità solo per il gusto di dare di contro e sfogarsi… Dimmi quale legge in Italia sancisce che una donna debba guadagnare meno solo perchè è donna…”, dice BlueWeb Vision.

“Il nostro paese non è un paese che discrimina i sessi ma è semplicemente pieno di contraddizioni. Dire poi che il sistema discrimina in base al sesso, credo, sia altrettanto sbagliato, casomai mi vien da dire che è un paese che discrimina in base alla produzione di denaro, e questo, sapevamo, appartiene come caratteristica al sistema occidentale in genere. Sarà obrobrioso, ma non maschilista. Anche la nascita di questo movimento e di questa ondata di spot mi fa pensare. Dal dopo bunga-bunga”, scrive uno.

Con le maiuscolo ad accentuare lo spirito del suo posto tal Alex aggiunge offese e insulti: “SI SI GLI UOMINI LAVORANO DA GIORNO A SERA PER FARLE MANGIARE A QUELLE PUTTANE E LORO SI STANCANO A MALAPENA A FARE LA SPESA,SE NN VOLETE FARE NNT STATE A CASA MA NN ROMPETE I COGLIONI CON IL MASCHILISMO ECC…..NON AVETE SOLO VOGLIA DI LAVORARE”.

A un commento simile Rankle risponde: “Leggendo tra i commenti si avverte solo un eccessino maschilismo e femminismo…Aprite bene gli occhi, e noterete davvero che le donne sono svantaggiate nella società. Lo sapete tutti è inutile negarlo e qui non stiamo parlando delle donne che non vogliono lavorare o di donne che si abbassano a utilizzare il proprio corpo per arrivare ai loro fini….qui bisogna parlare di persone oneste che vogliono arrivare a potersi sentire pari a tutti gli altri indistintamente dal sesso…”.