Ora i comici americani se la prendono anche con Obama

Pubblicato il 12 Ottobre 2009 - 14:41 OLTRE 6 MESI FA

Jonh Stewart, famoso comico d’oltre oceano, disse una volta che il giorno in cui Bush non sarebbe stato più presidente degli Stati Uniti sarebbe stato un giorno difficile per i comici americani. Sarebbero stati in molti, profetizzava, a dover cercare un nuovo lavoro. E in effetti nell’era Bush, come di questi tempi anche da noi, gli spunti per i comici non mancavano di certo. E i comici ne approfittavano, prendendo, più o meno apertamente, posizione per Obama nello scontro con Bush. Fu lo stesso Stewart che a domanda rispose:  «In caso di elezione di McCain (l’allora candidato repubblicano), sarei scontento, in quanto cittadino, in quanto essere umano. E in quanto mammifero».

Sembrava quindi che l’inizio dell’era Obama, con la sua innegabile serietà, con i suoi titoli di studio, con la sua dignitosa compostezza, potesse mandare in crisi l’industria comica degli States, drogata dalle gaffes e dalle incompetenze di Bush. E invece la luna di miele tra Obama e i comici è finita e finalmente il nuovo campo si è aperto: la critica al primo presidente afro-americano degli Stati Uniti.

E così i potenti Jay Leno, David Letterman hanno trovato il nuovo bersaglio. Il conferimento del Nobel non ha certo migliorato le cose per il presidente. Nuovi strali si sono abbattuti a causa di questa decisione. «Straordinario – ha affermato Jay Leno – Se ci pensate bene, il premio è l’unico successo ottenuto sino ad ora dal presidente». Lo stesso comico ritiene che il principale difetto di Obama sia quello di rimandare le decisioni annunciate con toni magniloquenti. «Non aspettatevi che mandi subito più truppe in Afghanistan, sebbene ve ne sia bisogno – ha detto parlando della guerra – ha impiegato 5 mesi a scegliere un cagnolino per le figlie».