Le terme di Calalzo di Cadore, tra cure e panorami dolomitici

Pubblicato il 26 Marzo 2011 - 05:08 OLTRE 6 MESI FA

BELLUNO – Con i suoi 860 metri sul livello del mare Calalzo di Cadore vanta una delle terme piu’ alte in Italia. Nella localita’ bellunese, con poco piu’ di 2.000 abitanti, ma che nel periodo di maggior afflusso turistico diventano alcune decine di migliaia, gli affioramenti termali formano un piccolo specchio d’acqua, il laghetto delle ”Tose”, ossia delle ragazze.

Secondo quanto raccontato dai testi antichi un tempo il laghetto era frequentato dai valligiani per un bagno estivo, ma anche per fare il bucato, visto il potere sbiancante e la temperatura costante dell’acqua, anche d’inverno. Quanto alle cure vere e proprie, ripristinate negli anni Cinquanta, le analisi chimico-fisiche indicano un’acqua bicarbonato-solfato-alcalino-terrosa, che sgorga a 10,7C e adatta all’utilizzo terapeutico come bevanda, per cure inalatorie, bagni e fanghi. I trattamenti sono somministrati nello stabilimento termale Croda Bianca, sorto nella zona della stazione ferroviaria.

Il turista che sceglie Calalzo per le cure termali puo’ godere di un ambiente confortevole e di panorami mozzafiato. La localita’ bellunese e’ incastonata nel cuore delle Dolomiti cadorine e il paese ha il suo nucleo storico su una terrazza affacciata alla valle d’Oten: a Nord le creste aguzze del Gruppo delle Marmarole, sul versante opposto il massiccio svettante dell’Antelao, nomi che introducono agli scenari piu’ celebri delle Dolomiti. Tutt’intorno i boschi che hanno fatto l’antica fortuna del Cadore quale fornitore di legname della Serenissima.

Un territorio particolarmente felice e per questo abitato da tempo immemorabile, come dimostra il sito archeologico di La’gole, dove sorgeva un santuario attribuibile alla civilta’ paleoveneta, connesso a sorgenti di acque salutari. La gran parte del territorio si estende sulla stessa valle d’Oten, pressoche’ disabitata che, segnata dal corso del torrente, termina proprio ai piedi del Monte Antelao: quest’ultimo, con i suoi 3.264 metri d’altezza, rappresenta una delle principali cime dolomitiche, seconda solo alla Marmolada