ROMA – Un poliziotto spara contro un manifestante a Hong Kong. Gli spara da vicino, ad altezza petto: il 21enne non è morto ma è stato operato d’urgenza. E’ l’apice della violenza per strada durante le manifestazioni che durano ormai da mesi per protestare contro la legge sulle estradizioni in Cina (un pretesto per contestare il governo centrale cinese). In totale sono almeno due le persone colpite da colpi di pistola sparati dagli agenti a Sai Wan Ho. Entrambi, secondo i media locali e i filmati postati sui social, sono stati portati via in ambulanza ed erano coscienti.
E’ un ragazzo 21enne il ferito più grave che è stato colpito questa mattina da un colpo di pistola ravvicinato sparato da un agente di polizia: il ragazzo, raggiunto al petto, è stato prima soccorso e portato via che era ancora cosciente e poi operato d’urgenza. Attualmente, è in terapia intensiva dove è sotto stretta osservazione, riferiscono i media locali.
Hong Kong: per la terza volta la polizia spara sui manifestanti.
Per la terza volta in 5 mesi, da quando a giugno sono iniziate le proteste contro la legge sulle estradizioni in Cina trasformatesi poi in anti-governative e pro-democrazia, che la polizia ha usato armi da fuoco provocando feriti. Il primo ottobre, infatti, uno studente è stato colpito al petto dopo l’assalto dei manifestanti a un gruppetto di agenti rimasto isolato, mentre pochi giorni dopo è stata la volta di un 14enne colpito alla gamba: entrambi sono stati poi arrestati.
La tensione è salita dopo la morte di venerdì di Chow “Alex” Tsz-lok, studente di 22 anni, prima vittima delle proteste: il ragazzo è deceduto a seguito dei traumi riportati cadendo da un parcheggio, nella notte tra domenica e lunedì scorsi, secondo modalità ancora tutte da chiarire mentre cercava di sfuggire all’assalto della polizia con i lacrimogeni a Tseung Kwan O. Nel fine settimana si sono tenute veglie e sit-in in memoria di Chow, con la chiamata a manifestazioni spontanee e allo sciopero generale. Poi, scontri con la polizia e atti vandalici che hanno preso di mira soprattutto le stazioni della metro.
Joshua Wong: “Siamo in stato di polizia”.
E’ doloroso vedere la città caduta in uno stato di polizia”. E’ quanto scrive su Twitter Joshua Wong, leader del ‘movimento degli ombrelli’ del 2014 e tra gli attivisti più in vista del fronte pro-democrazia di Hong Kong, criticando le violenze di oggi tra manifestanti e polizia, che ha usato metodi molto duri. Gli agenti hanno sparato colpi di pistola e ferito almeno due persone di cui una in modo grave, mentre in un video amatoriale rilanciato anche da Wong si vede un agente in moto che cerca di investire gli attivisti vestiti di nero. (Fonte Ansa).