Crisi Grecia, Corte dei Conti: “Incostituzionale la riforma delle pensioni”. Borsa sempre più giù

Pubblicato il 30 Giugno 2010 - 17:32 OLTRE 6 MESI FA

George Papandreou

La Corte dei Conti greca ha giudicato incostituzionali alcune parti del disegno di legge sulla riforma delle pensioni. La sentenza rischia di   ritardare l’approvazione da parte del parlamento di una misure chiave del piano di risanamento concordato con Ue e Fmi. La Borsa, intanto, mercoledì 30 giugno ha chiusoleggermente in ribasso per la settima seduta consecutiva, in mezzo al preannuncio di nuovi scioperi, al crollo delle vendite di auto nuove a maggio e a un crescente calo dei depositi bancari.

Secondo la Corte dei conti, alcuni articoli, fra cui quelli che si riferiscono a limitazioni negli emolumenti alle vedove e all’età di pensionamento dei magistrati, collidono con la Costituzione e vanno chiariti o modificati. In Borsa dopo una giornata tutta nel segno positivo, con guadagni fino al 2,5% e le banche ad oltre il 5%, al termine delle contrattazioni le preoccupazioni hanno avuto leggermente la meglio e l’Indice Generale fa segnare -0,01, tornando sotto la soglia critica dei 1.450 punti.

La seduta ha coinciso con il preannuncio di un nuovo sciopero generale a luglio, il sesto, contro il piano anticrisi, all’indomani di una protesta che martedì 29 giugno ha semiparalizzato il Paese e causato alcuni scontri di piazza.

E le cattive notizie non finiscono qui: secondo la Banca Centrale l’emorragia dei depositi nei primi cinque mesi dell’anno è stata pari al 7,5%. E in maggio le immatricolazioni di nuove auto sono crollate del 54,1% rispetto allo stesso mese del 2009. Si tratta del meggiore risultato dell’intero comparto commerciale greco.

Buone notizie invece sul fronte politico, dove il premier Giorgio Papandreou sembra essere riuscito ad imporre la disciplina nel suo Pasok in vista del prossimo voto sulla riforma pensionistica a proposito del quale erano emersi malumori. Al termine di una riunione del Consiglio nazionale del Pasok, presieduta dal premier, e’ stata votata all’unanimità una risoluzione la quale sottolinea la necessità per il partito e il governo di procedere senza tentennamenti sulla strada del risanamento e delle riforme previdenziali e del lavoro, continuando il dialogo con i sindacati.