Zelensky crea empatia, Putin no, ricorda Gorbbels,la voce di Hitler: ecco l’opinione degli esperti

Parlano gli esperti di intelligenza linguistica: Zelensky crea empatia, Putin no. Lo zar ricorda Gorbbels,la voce di Hitler. Ovazioni per il presidente ucraino

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 20 Marzo 2022 - 13:18 OLTRE 6 MESI FA
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elensky crea empatia, Putin no, ricorda Gorbbels,la voce di Hitler:ecco l’opinione degli esperti

Zelensky crea empatia, Putin no. L’ucraino scalda i cuori, il neo-zar li gela. Strategie comunicative opposte.

Gli esperti di intelligenza linguistica sono scesi in campo per esaminare la loro (diversa) capacità di usare le parole, di trasmettere un’emozione, uno stato d’animo. Esclusivamente con i discorsi. Con le parole.
LE REGOLE – Lo zar usa tutte le regole base della propaganda, in verità un po’ vecchiotte. Gli esperti come Paolo Borzacchiello (è l’autore del fortunato saggio “La parola magica”, ed. Mondadori) sostiene che parole così ne faceva largo uso Joseph Goebbels, gerarca nazista, la voce del Terzo Reich, quando appunto era ministro della Propaganda. Cose, attenzione, che risalgono agli Anni Trenta. Viceversa Zelensky  queste regole le supera con un linguaggio moderno, televisivo, che colpisce gli spettatori.

STRATEGIE – Perfetta quella di Zelensky

“Il suo precedente mestiere si evince con chiarezza”. Tutto molto coerente: location, look, gestualità. Azzera le distanze di ruolo, , lavora sull’empatia. Quando, ad esempio, esorta l’Europa a mandare aiuti, lo fa dal basso, vestito come chi sta combattendo la battaglia. Questo attiva nel cervello di chi lo ascolta e lo guarda “una reazione empatica molto forte”.  Tutto il contrario Putin che vuole comunicare assenza di empatia. È lui, solo lui, che ha in mano le sorti della guerra . Tutto passa da lui.

CITAZIONI – Le usano entrambi. Putin ha rievocato i progrom degli Ebrei, citando tragedie che si ricollegano alla propaganda della “denazificazione” e portano avanti il concetto di “non invasione” e per questo l’analogia con i program non regge. In Zelensky tutto invece funziona molto meglio.

I FANTASMI DEL PASSATO 

Non c’è storia. I riferimenti usati dai due leader hanno avuto riscontri opposti: ovazioni per Zelensky, gelo per Putin. Il primo ha scaldato i cuori del Congresso americano richiamando gli shock delle Torri, di Pearl Harbor e addirittura parafrasando il celebre “I have a dream” di Martin Luther King declinandolo in “Ho bisogno “. Tutti in piedi, Congresso stregato. Com’era successo con i britannici quando ha evocato Shakespeare e Churchill. Più duro invece giovedi 17 con i tedeschi esortando la Germania ad abbattere il nuovo “Muro” che si sta costruendo in Europa “fra libertà e servitù “. Di più: ha smascherato Berlino sul gas russo e gli affari con Putin. Che coraggio!

DA KIEV A MONTECITORIO

Zelensky martedi 22 marzo (ore 11) parlerà ai nostri parlamentari in streaming. Sarà  questo il secondo collegamento con l’Italia dopo quello del 12 marzo con Firenze allorché il presidente ucraino è intervenuto durante una manifestazione a supporto della del suo Paese. Parlerà anche Draghi.