Area Falck, Pasini: “Pagavo le coop indicate da Penati”

Pubblicato il 4 Novembre 2011 - 13:00 OLTRE 6 MESI FA

Filippo Penati (Foto Lapresse)

MILANO, 4 NOV – “Tutti venivano a rosicchiare da me perché ero un osso abbastanza grosso. Questo rapporto con le cooperative emiliane ci venne suggerito da Penati e Vimercati, che ci hanno caldamente invitato a scegliere loro anziché Auprema (coop di Cinisello Balsamo, ndr.) che io preferivo”: lo avrebbe detto, secondo quanto riporta il Corriere della Sera,  l’imprenditore Giuseppe Pasini ai magistrati che lo hanno interrogato lo scorso 4 ottobre a Monza, nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti nell‘area Falck a Sesto San Giovanni (Milano).

In quell’interrogatorio, scrive il Corriere della Sera, Pasini avrebbe chiamato in causa Penati che, scrive il Corriere della Sera, “a suo dire per l’ex area Falck 10 anni fa avrebbe preteso una tangente di 4 miliardi di lire (acconto su 20) e l’inserimento delle cooperative rosse”.

Già nel verbale del 26 maggio, scrive il Corriere della Sera, riguardo alle consulenze per 2,4 milioni di euro alle società Aesse e Fingest srl riconducibili ai professionisti vicini alle coop rosse Francesco Agnello e Giampaolo Salami, Pasini aveva dichiarato di essersi “determinato a versare questo denaro” perché “le cooperative emiliane sono il braccio armato del partito”.

E nell’interrogatorio del 4 ottobre avrebbe detto, appunto: “Ho conosciuto prima Agnello, a seguito di una presentazione da parte dell’ingegner Achille Colombo (gruppo Falck, ndr), e poi Omer Degli Esposti (numero due del Consorzio cooperative costruzioni di Bologna,  anche lui indagato per concussione con Agnelli e Salami, ndr) tramite Penati e Vimercati (…). Era gente che arrivava tutta insieme e si attaccava all’osso perché era un osso abbastanza grosso che volevano rosicchiare (…). Non so come si dividessero i soldi, per me era un blocco di gente tutta uguale”.

“Tutte le fatture (con i consulenti vicini alle coop rosse, ndr) si riferiscono a prestazioni fasulle”,  “in sostanza il contratto è falso: ho pagato questi qui perché le cooperative se ne andassero fuori dai piedi (in quanto volevano fare la parte del leone senza averne i mezzi) o comunque riducessero le loro pretese nell’affare, forti del “caldo invito” del sindaco Penati a essere presenti nell’iniziativa”.

Il nuovo interrogatorio di Pasini farebbe parte, secondo quanto scrive il Corriere della Sera, degli atti dell’indagine chiusa su Penati per corruzione su altre sei persone tra cui Pasini, l’immobiliarista Zunino, l’ex assessore Di Leva e l’architetto Magni.

“Mi sono recato a Roma due volte, sarebbe stato detto da Pasini nell’interrogatorio, ma non a Botteghe Oscure. La prima volta ho parlato con un onorevole socialista di cui non ricordo il nome. La seconda volta a Sviluppo Italia, associazione (in realtà un’agenzia controllata dal Tesoro, ndr) vicina a D’Alema, alla quale nel 2000-2001 ho pagato le fatture emesse in forza di un contratto per lo sviluppo delle aree. Al socialista non ho dato niente perché mi è parso uno che voleva intrufolarsi senza frutto”.