Afghanistan: la nuova strategia. I militari e la conquista della fiducia

Pubblicato il 5 Marzo 2010 - 20:04 OLTRE 6 MESI FA

Qualcosa in Afghanistan sta cambiando. Sempre di più vediamo la guerra svolgersi seguendo binari inesplorati. L’impulso è stato dato dal presidente americano Barack Obama. Non si è trattato solo dei contingenti supplementari inviati al fronte.

Dopo otto anni di una guerra dolorosa, che sembrava subito vinta, ed è invece diventata interminabile, una riflessione si è fatta largo nei vertici Usa. Il presidente e i militari hanno capito che il conflitto fino ad oggi non si è giocato solo sul terreno fisico. Non si tratta, in altre parole, di quanti insorti vengono uccisi, di quanti villaggi conquistati, quanti ponti fatti saltare. All’insaputa di George W. Bush e del suo staff la partita si è sempre giocata anche su un altro campo, un campo dove la tecnologia e la potenza americana non possono fare miracoli, quello delle coscienze degli afgani.

Un’idea abbastanza precisa del nuovo corso dato alla guerra ce la fornisce un recente episodio della campagna lanciata dagli americani per la riconquista della provincia di Helmand. Poche settimane fa 10.000 soldati americani e afgani hanno marciato attraverso la regione per strappare ai talebani il controllo di Marja un villaggio controllato da qualche centinaio di talebani. La novità rispetto alle precedenti operazioni militari è consistita nei preparativi della campagna. Prima di dare il via libera ai propri uomini, gli ufficiali hanno fatto qualcosa che è più tipico per un uomo politico che per un militare: dei sondaggi.

Il sondaggio voleva rispondere ad una serie di questioni: cosa desiderano gli abitanti del posto, come percepiscono la sicurezza locale, cosa pensano degli americani, dei talebani e dei jihadisti stranieri. Cosa, infine, potrebbe indurgli a riporre la loro fiducia nel governo centrale di Kabul.

Non è dato sapere se, da un punto di vista scientifico, il sondaggio sia stato un successo. Certamente nelle condizioni particolari dell’Afghanistan, dove in certi posti si rischia di morire per aver bussato alla porta sbagliata, il margine di errore deve essere piuttosto elevato.

La circostanza mostra però palesemente la nuova strategia americana, una campagna mirata ad alterare la percezione degli afghani nei confronti delle truppe della Nato. Non più solo l’occupazione di punti strategici e la bonifica di territori al di fuori del controllo, ma anche un lento, paziente lavoro di conquista dei cuori e delle menti.