Pensioni, ricalcolo. Cesare Damiano, Enrico Morando a Tito Boeri. Ecco come lo smentiscono

di Franco Abruzzo
Pubblicato il 8 Aprile 2015 - 08:30 OLTRE 6 MESI FA
Pensioni, ricalcolo. Cesare Damiano, Enrico Morando a Tito Boeri.  Ecco come lo smentiscono

Enrico Morando, vice ministro dell’Econmia, ha zittito Tito Boeri, presidente dell’Inps: il ricalcolo delle pensioni non è in agenda

MILANO – Piovono botte sulla testa di Tito Boeri. Dopo le sue ultime uscite contro i pensionati e le sue improbabili e inattuabili idee per il ricalcolo di milioni di pensioni, ultima quella contro i ferrovieri, i cui stipendi, nella mente di Tito Boeri notoriamente miliardari, sono stati moltiplicati dallo Stato in pensioni ancora più ultramiliardarie, sulla testa di Tito Boeri, da poco e speriamo ancora per poco presidente dell’Inps, si è scatenata la buriana. Non si possono toccare i diritti acquisiti, ne va della credibilità e affidabilità dello Stato. Toccare le pensioni, cosa che peraltro è stata già fatta con il blocco della perequazione,è un po’ come congelare i titoli di Stato.

Nella qualità di presidente dell’Unpit, l’Unione dei pensionati italiani, ho già sottolineato che

“la campagna mediatica di Tito Boeri ha provocato danni alla salute dei pensionati anziani, Boeri la smetta di seminare terrore e panico. Il Governo ha già bocciato il suo progetto di tagli. Tito Boeri si rassegni e torni alla Bocconi, tanto è un perdente di lusso”.

Autorevoli voci dal Governo hanno già provveduto a zittire Tito Boeri. Nelle ultime ore altre se ne sono aggiunte.

Cesare Damiano, che fu ministro del Lavoro e ora è Presidente della Commissione Lavoro della Camera:

“Inaccettabile un taglio alle pensioni liquidate con il sistema retributivo. Vorrei suggerire al Governo di mettere in calendario anche il tema della introduzione di un criterio di flessibilità nel sistema pensionistico al fine di correggere la riforma previdenziale del Governo Monti”.

Segue un duro monito a Matteo Renzi, che in questi giorni promette a gran voce di non volere mettere le mani in tasca agli italiani. Non è una felice promessa. Lo disse anche Giulio Tremonti e poi seguirono le peggiori stangate. Ha dichiarato Cesare Damiano:

“Non sarebbe accettabile, invece un taglio alle pensioni in essere per il solo fatto che siano state liquidate con il sistema retributivo. Anche questo sarebbe infilare le mani in tasca ai cittadini mettendo in discussione i diritti acquisiti e, nel caso dei pensionati, non si tratterebbe della prima volta”.

A Cesare Damiano si è affiancato il viceministro dell’Economia, Enrico Morando, che ad Affaritaliani.it ha dichiarato;

“Il Governo non ha nella propria agenda alcun intervento sulle pensioni”.

Per riassumere le precedenti puntate, Tito Boeri è stato smentito e zittito da Yoram Gutgeld, consigliere economico di Matteo Renzi:

“Ricalcolo contributivo? Si è deciso politicamente di non farlo. Le pensioni alte sono già in qualche modo tassate”.

E dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti:

“1. Gli assegni più alti già subiscono un meccanismo di contributo di solidarietà,

2. sarebbe un’operazione non soltanto complessa dal punto di vista amministrativo, ma si rischierebbe di creare confusione nei cittadini e grande malcontento”.