Berlusconi, Bersani, Grillo…sotto a chi beve! Le loro soglie: 23, 30 e 20%

di Riccardo Galli
Pubblicato il 21 Febbraio 2013 - 14:54| Aggiornato il 22 Luglio 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Che sia a base di nobili bollicine o per mezzo di una semplice e proletaria bionda, il tema del brindisi è prepotentemente entrato in questi ultimi giorni di campagna elettorale. “Se Monti, Casini e Fini restano fuori dal Parlamento – ha annunciato il Cavaliere – mi ubriaco”. Più sobrio, ma in tema, Pierluigi Bersani: “Se Berlusconi perde mi faccio una birretta”. Esercizio interessante quello della trasposizione politica dell’antico gioco dell’indianata, quel gioco il cui fine ultimo è ubriacarsi, ma ad urne chiuse non potranno ovviamente alzare i calici tutti insieme. Qualcuno brinderà e qualcuno rimarrà deluso. Ma chi?

A pochi, pochissimi giorni dal voto, non è ovviamente dato sapere chi sarà a festeggiare lunedì sera. Ma si sa già, e bene, quali saranno le condizioni, tradotto le percentuali, che potranno trasformare una serata in festa o un fine settimana in tragedia. Il segretario del Pd potrà concedersi la sua amata birretta se il suo partito uscirà dalla tornata elettorale con in tasca intorno al 30% dei voti. Da questo punto in su ci sarà birra per tutti. Sotto, il calice, diverrà man mano più amaro. Compagno di coalizione di Bersani, Nichi Vendola, potrà anche lui festeggiare se lunedì sera si ritroverà in tasca una percentuale dal 4% in su. Di conseguenza il brindisi di coalizione, se ci sarà, arriverà solo dal 35%.

Dall’altra parte della taverna, al tavolo del centrodestra, Silvio Berlusconi potrà strappare lo champagne se il redivivo Pdl riuscirà a convincere il 23% degli elettori o giù di lì. Impresa che sembrava impossibile alla vigilia di questa campagna elettorale e che, stando agli ultimi sondaggi pubblicati prima del blocco, sembrava ormai ad un passo. Il socio di minoranza della rinnovata alleanza, cioè il segretario leghista Roberto Maroni, potrà unirsi ai festeggiamenti se il Carroccio varrà almeno il 6%. Obiettivo che solo un’elezione fa sarebbe stato sinonimo per l’ex partito di Umberto Bossi di disfatta. Ma il tempo passa e con lui gli scandali, così come i consensi. Come coalizione, il centrodestra, potrà alzarsi in un brindisi unico se gli altri alleati porteranno a casa un 2% dando così alla compagine guidata da non si sa bene chi (il candidato premier è ancora ignoto) un risultato che vada dal 30% in su.

E Grillo? L’asticella che il comico-politico si è piazzato, innalzato da solo è un’asticella davvero molto alta. Alta per le aspettative dell’elettorato M5S e alta per le parole che lo stesso Grillo ha pronunciato. Legittima ambizione, quindi a tener fede ai loro stessi annunci, per poter brindare, magari insieme a Casaleggio, l’ex comico genovese e ora leader nazionale dovrà raccogliere il 20% dei voti. Obiettivo ambizioso ma obiettivo minimo dopo che Grillo stesso ha più volte annunciato di essere la terza forza del Paese, anzi la seconda e via avanzando.

Se il M5S sarà la terza forza non potrà che accontentarsi della quarta piazza l’alleanza voluta da Mario Monti. L’attuale premier potrà dirsi soddisfatto, anche se non è detto che brindi conoscendo la sua proverbiale propensione all’euforia, se raccoglierà con la sua lista più del 10% dei consensi. Ambizioni molto minori per i colleghi d’alleanza Pierferdinando Casini e Gianfranco Fini: l’obiettivo del primo è il 4%, mentre quello del secondo è il 2%. Il che significa che i tre potranno, insieme, brindare se la loro neonata creatura varrà lunedì sera almeno il 15%.

E poi? Poi mancano quelli che pur di sinistra non hanno al tavolo del centrosinistra voluto sedersi, leggi Antonio Ingroia con la sua Rivoluzione Civile, e quelli che pur di destra dal tavolo del centrodestra hanno voluto allontanarsi, leggi in questo caso il movimento Fare per Fermare il Declino che era e non è più sinonimo Oscar Giannino. Per l’ex pm l’obiettivo per festeggiare è il 4% mentre più basse, specie dopo la defezione post figuraccia del padre del movimento Giannino, sono le ambizioni di Fare, per esser contenti a loro basterebbe un 1,5% a livello nazionale.