Trieste, quando il sesso a scuola è ancora un tabù

Educazione sessuale a scuola? Il dibattito è vecchio di anni. Eppure si sa, i ragazzi ad una certa età cominciano a farsi determinate domande che fanno fatica a rivolgere ai propri genitori. Risultato: una diffusa ignoranza riguardo a materie importanti dal punto di vista affettivo e soprattutto della salute. E dove colmare questo gap informativo se non nelle scuole? Proposta bocciata. Ne è una prova il fatto che un semplice libretto informativo sui metodi contraccettivi girato tra i banchi di una scuola di Trieste ha scatenato polemiche. Non tanto tra i destinatari cui si rivolge, ragazzi tra i 14 e i 23 anni, quanto tra i loro genitori, alcuni dei quali hanno definito il pieghevole addirittura “diseducativo”.

La funzione di quella brochure era essenzialmente di spiegare l’attività del servizio denominato Spazio giovani, attivato nei quattro consultori familiari dell’Azienda sanitaria presenti sul territorio triestino e volto a incrementare il livello di educazione sessuale degli studenti degli istituti superiori.

Un punto di riferimento per i giovani insomma; e i dati ne provano l’utilità.

«Nello scorso anno scolastico sono stati oltre 50 i nostri interventi nelle scuole superiori – ha dichiarato al Piccolo la responsabile sanitaria – mentre in tutto il 2009, lo Spazio giovani dell’azienda ha accolto oltre 1700 ragazzi, uno quarto dei quali minorenni. Ragazzi e ragazze presentatisi nelle strutture per parlare di problemi e avere informazioni legate all’area della sessualità, ai contraccettivi, alla procreazione responsabile».

Una conferma dunque che le domande e le lacune degli studenti in materia sono tante. Proprio per questo in altri paesi l’educazione sessuale viene da anni insegnata regolarmente nelle scuole: in Germania dal 1970, in Francia dal 1973 e in Svezia addirittura dal 1956. Ma nel nostro paese si preferisce la religione.

*Scuola di giornalismo Luiss