Inchiesta sui Grandi Eventi, Bertolaso: “Tutte illazioni”. E spunta il professor Silvano

Pubblicato il 15 Giugno 2010 - 22:56 OLTRE 6 MESI FA

Guido Bertolaso

“La casa di via Giulia fu pagata dal professor Francesco Silvano, e non da Zampolini per conto di Anemone, la collaborazione della moglie con il Salaria Sport Village si interruppe a gennaio 2007, dunque ben prima dei Mondiali di nuoto, non c’è mai stata nessuna casa all’estero”.

Guido Bertolaso, davanti ai magistrati di Perugia, smentisce ancora una volta ogni suo coinvolgimento con la cricca degli appalti. E attacca: “sono totalmente estraneo alle accuse che mi sono state mosse e mi auguro che abbia termine l’assurda e ingiustificata attività mediatica in corso dal 10 febbraio, basata su voci e illazioni di cui si è dimostrata la completa infondatezza”.

E’ durato oltre due ore e mezzo l’interrogatorio del capo della Protezione Civile: tempo in cui – documenti alla mano – Bertolaso ha cercato di smontare ogni contestazione che gli è stata fatta in questi mesi. Innanzitutto per quanto riguarda l’appartamento in via Giulia a Roma.

L’architetto Zampolini, l’uomo che secondo gli inquirenti per conto di Anemone ha pagato tra l’altro parte della casa dell’ex ministro Scajola e degli appartamenti del generale della Guardia di Finanza Pittorru, ha raccontato ai magistrati che fu lui a saldare l’affitto di quella casa, per conto dell’ imprenditore, senza però specificare il periodo.

Una versione confermata dal proprietario dell’abitazione Raffaele Curi: “ho preso i soldi dall’architetto”, ha messo a verbale, ma non “ho mai visto e conosciuto Bertolaso”. Il periodo a cui avrebbe fatto riferimento Curi era il 2006.

Ai magistrati, Bertolaso ha raccontato oggi che l’ “amico personale” che gli ha messo a disposizione la casa “per un breve periodo nel 2003” e di cui aveva parlato pubblicamente è il professor Francesco Silvano, collaboratore di Propaganda Fide.

Il capo della Protezione Civile ha anche detto di averla avuta gratuitamente ma di aver pagato lui le bollette. “Per vicende di natura personale – ha spiegato Bertolaso – ho soggiornato per un periodo presso il Collegio universitario di Propaganda Fide a Roma”.

Gli orari di Bertolaso hanno però fatto sì che l’attività lavorativa si mostrasse “incompatibile con il regime di vita degli studenti”. Per questo lasciò il collegio e si trasferì a via Giulia, grazie all’interessamento del professor Silvano.

Ora spetterà ai magistrati verificare le versioni e, soprattutto, le date: risposte che potrebbero arrivare già nei prossimi giorni, quando i pm sentiranno il professor Silvano, che ha già dato la sua disponibilità ad essere ascoltato.

Davanti ai pm, Bertolaso ha anche ricostruito la vicenda della collaborazione della moglie, Gloria Piermarini, con il Salaria Sport Village di Diego Anemone, sottolineando innanzitutto che il compenso per la “progettazione del verde” fu di 25mila euro e non di 99mila come stabilito inizialmente, perché il lavoro venne interrotto a gennaio 2007, prima di essere completato. Interruzione, ha spiegato, dovuta al fatto che “iniziava a profilarsi la possibilità che il Salaria Village sarebbe potuta divenire una delle sedi dei Mondiali di nuoto”.

Ai pm, il capo della Protezione Civile ha anche consegnato le fatture relative alla collaborazione, così come ha portato la copia dell’assegno pagato per i lavori svolti nella sua abitazione a Roma dalle ditte di Anemone.

Quanto alla disponibilità di una casa all’estero, che sarebbe emersa da alcune intercettazioni e documenti in mano alla procura, i magistrati Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi, non hanno invece fatto riferimento. Lo conferma lo stesso Bertolaso: “nessuna domanda mi è stata rivolta su eventuali appartamenti o proprietà sia in Italia che all’estero. E comunque non posseggo alcuna casa all’estero”.

“Alla luce dell’andamento dell’interrogatorio, delle prove documentali consegnate e dopo i dovuti riscontri che la magistratura avrà opportunità di fare – conclude il capo della Protezione Civile – mi auguro che si arrivi ad una rapida definizione della mia posizione processuale avendo dimostrato la mia totale estraneità alle accuse che mi sono state mosse”.