Meloni ovverro: è sempre colpa di Giorgia, tuona a volte esagerando la minoranza. Chiariamolo subito: in un regime democratico avere una opposizione è un bene.
Si verifica con scrupolo quel che fa il governo e si punta l’indice sugli sbagli in cui incappa la maggioranza. E ’insomma il famoso cane da guardia senza del quale si potrebbe andare verso un autoritarismo che nell’Europa di oggi sarebbe un gravissimo errore. Però, è doveroso aggiungere, che ogni medaglia ha il suo rovescio.
Non si può sempre addossare la responsabilità di un qualsiasi avvenimento al presidente del Consiglio. Anche quando lei non ha niente a che fare con quanto è successo. La Meloni ha un compagno che si chiama Andrea Giambruno dal quale ha avuto una figlia. Coppia affiatatissima non c’è dubbio.
Si dà il caso che lui lavori a Mediaset e conduca un programma di informazione che va in onda nel pomeriggio. Si è azzardato a dire che “quando ci si ubriaca o si prende la droga, ci può essere sempre un lupo che ne approfitti”.
Dov’è lo scandalo? Perché mai questa affermazione deve essere criticata fino al punto di esserne coinvolto il premier quasi fosse colpa sua se quelle parole sono state pronunciate in tv?
Così è per molti altri problemi che non sfiorano nemmeno Palazzo Chigi. Avvengono, se ne dibatte, si può anche polemizzare, ma che c’entra il presidente del Consiglio se la cronaca ha riferito fedelmente quel che è successo?
Ad esempio, gli ultimi sconvolgenti fatti avvenuti a Palermo ed a Caivano. Ragazzine strupate da un branco che, per fortuna, è stato identificato e arrestato. Anche in questo caso, l’opposizione non ha mancato di farsi sentire coinvolgendo in qualche modo Palazzo Chigi.
“Come mai la Meloni non si è indignata di fronte a fatti del genere”? Non è vero, il premier si è indignato per quel che è successo. “Si, però lo ha fatto tardi”, ripete l’opposizione.
Ancora a Caivano, vicino Napoli, i soliti mini -delinquenti approfittano di due quasi bambine di dieci e dodici anni. Storia orribile. Così, Giorgia ascolta le parole del parroco del “Parco Verde” (questo il nome di quella zona) ed accetta l’invito ad andarci di persona per prendere provvedimenti immediati.
Che cosa risponde la minoranza? “E’ la solita passerella pubblicitaria. Belle parole, nessun fatto concreto”. Comunque la si giri, la responsabilità è sempre e comunque dell’esecutivo ed in particolare di chi lo guida. Salario minimo, migranti, pensioni, inflazione, ponte sullo Stretto.
Si fa di tutta l’erba un fascio anche quando è lo stesso Maurizio Landini, segretario della Cgil, a scrivere una lettera al premier per un incontro urgente con le parti sociali. Questo vuol dire che il sindacato si fida ancora della presidenza del Consiglio e cerca di trovare un punto che avvicini i due interlocutori per parlare e trovare una linea comune.
Invece no: i più agguerriti continuano sempre a puntare il dito contro il premier responsabile (dicono loro) di non aver elargito una somma pari a 30 miliardi bloccata per un bonus che debbono avere 200 mila famiglie le quali si erano fidate di una legge che la maggioranza ha subito cancellato.
In qualche modo, la Meloni ne rimane sempre coinvolta, anche se è il suo compagno a dire in tv che i lupi ci sono quando le vittime sono deboli e in preda all’alcool o alla droga. Nessuna colpa invece per la compagna di Elly Schlein quando in un twitter scrive che quanto ha riferito Giambruno “è ripugnante”. Due pesi, due misure. Ugualmente la colpa è della Meloni se ogni migrante costa al governo italiano 945 euro al mese, moltiplicato per almeno tre anni (la media di permanenza in Italia).
Allora tutto va bene quando l’opposizione si rende protagonista di un intervento utile ed indispensabile. Però esagerare non fa male al Premier, ma all’intero Paese. Si vuol continuare così?