Parlamento dei voltagabbana fra Costituzione e partiti

di Antonio Buttazzo
Pubblicato il 28 Settembre 2015 - 07:37 OLTRE 6 MESI FA
Parlamento dei voltagabbana fra Costituzione e partiti

Antonio Razzi (che passò da Di Pietro a Berlusconi) imitato da Maurizio Crozza

ROMA – I perversi effetti della legge elettorale con la quale sono stati nominati gli attuali senatori e deputati arrivano sino ad oggi e non cessano di suscitare interrogativi sullo stato di salute della nostra democrazia parlamentare.

Quando si contano 308 rappresentanti del popolo (un terzo del totale, oltre la metà dei Senatori) che non vestono più la casacca del partito con il quale sono stati eletti (?), è lecito domandarsi se si sia in presenza di un fisiologico esercizio del proprio diritto a ricollocarsi ideologicamente oppure se è talmente tanto il distacco dal corpo elettorale dei parlamentari in carica che deve dubitarsi della loro reale rappresentatività.

Intendiamoci, dal punto di vista costituzionale, nulla impedisce al parlamentare di passare da un gruppo all’altro, i costituenti hanno voluto lasciare al rappresentante eletto la più ampia libertà di coscienza.

Tuttavia è evidente che quando il fenomeno dei voltagabbana assume dimensioni così macroscopiche, qualcosa ha smesso di funzionare correttamente nel sistema costituzionale.

La formazione dopo il voto di tanti nuovi gruppi parlamentari, dal più antico dell’NCD di Alfano a Fitto fino all’Ala dell’ineffabile Verdini , tradisce un esercizio disinvolto del mandato elettorale diverso da quello che sarebbe stato esercitato se il Parlamentare fosse stato eletto dal Popolo e non nominato dalle consorterie partitiche.

L’eletto avrebbe dovuto infatti rispondere all’elettorato dei suoi ripensamenti , col rischio concreto di restarsene dopo a casa , se poco convincenti fossero apparsi all’elettore i tormenti interiori che lo avevano indotto a ricredersi sulle sue scelte.

Invece oggi, dopo i giri di valzer di deputati e senatori, ci troviamo di fronte ad ambiziose riforme costituzionali in discussione in un Parlamento in cui gli equilibri sono saltati e dove pare che ognuno persegua il proprio interesse individuale che spesso coincide con i “desiderata “del Governo che infatti , dopo aver lucrato dalla transumanza di sinistra (Sel , 5 stelle) , oggi si avvantaggia di quella proveniente dalla destra di Fitto e Verdini, pronti a votare con Renzi come fecero Alfaniani e Montiani che addirittura lo compongono l’esecutivo di sinistra che nessuno ha mai eletto.

Sarà arrivato il momento di far decidere i cittadini oppure dobbiamo continuare a ritenere vittorioso il leader uscito vincitore dai sondaggi?