Yara Gambirasio: sono passati tre mesi dalla scomparsa, le ricerche non portano ancora a nulla

Pubblicato il 25 Febbraio 2011 - 11:00 OLTRE 6 MESI FA

Le ricerche di Yara Gambirasio

BREMBATE SOPRA, BERGAMO – Dal 26 novembre, giorno della scomparsa di Yara Gambirasio soltanto qualche testimonianza ha acceso le speranze di Bembrate di Sopra in questi tre mesi di buio. Le ricerche degli investigatori, che hanno setacciato tutta la zona, dal centro sportivo dove Yara si allenava al cantiere di Mapello, sembrano intrappolati in un vicolo cieco. Da quando la stampa tace, nessuna nuova notizia. Così il paese attacca: senza giornalisti indagini sospese, mentre i genitori continuano a sperare.

Le indagini però proseguono, anche se non se ne parla più. E’ quanto rende noto il questore di Brembate, anche se a 90 giorni dalla scomparsa non è mai emerso un solo elemento decisivo per il ritrovamento di Yara. Gli investigatori della polizia sono convinti che il rapimento della giovanissima ginnasta possa essere avvenuto in via Morlotti, quindi sul primo tratto di strada che Yara percorreva dal centro sportivo per recarsi a casa.

Per i carabinieri resta il punto fermo del fiuto dei cani molecolari, i “super segugi”, che avevano portato ad un ampio controllo al cantiere del centro commerciale di Mapello, dal quale non è emersa mai una traccia importante. E nessuno ha mai escluso o smentito che quel cantiere possa essere stato semplicemente un punto di passaggio per la giovanissima rapita.

Le indagini su Yara si sono anche imbattute in testimonianze traballanti: quella di Enrico Tironi, rimbalzata tra le telecamere dei tg nazionali, le smentite dei carabinieri, un filo di credito della polizia poi del tutto svanito. Quella dell’ex guardia giurata e di un’altra vicina di casa di Yara. Testimonianze nelle quali si è parlato di due uomini sospetti nella zona, senza che ci sia mai stato un reale collegamento con la scomparsa di Yara. Poi le parole alla polizia di un giovane sportivo di Brembate Sopra, l’unico ad aver visto Yara che varcava il cancello del centro sportivo svoltando verso casa, tranquilla e serena come sempre.

Un mistero fittissimo in non più di 700 metri, che resta tale a 90 giorni di distanza. Senza che nessuno, nel vicinato, abbia sentito un urlo della ragazzina o abbia notato qualcosa di strano in quel tardo venerdì pomeriggio. Senza che un movente concreto, per arrivare al sequestro di una tredicenne innocente, sia mai stato individuato.