Ambiente/ Tre quarti degli americani sono a favore di una disciplina sull’immissione dei gas serra

Pubblicato il 25 Giugno 2009 - 14:38 OLTRE 6 MESI FA

Secondo un sondaggio del Washington Post e della ABC News, tre quarti degli americani pensano che il governo federale dovrebbe disciplinare l’immissione in atmosfera dei gas ad effetto serra  per ridurre il riscaldamento globale.

Il dato cala al 42 per cento se viene messo un tetto per limitare le emissioni di gas serra simili a quella che il Parlamento americano propone: il dato è un po’ più basso del 52 per cento di fine luglio 2008. Il sondaggio ha dimostrato che il sostegno scivola verso il basso quando alla gente viene chiesto se sarebbero disposti a pagare prezzi più elevati per le fatture elettriche in cambio di notevoli riduzioni di gas a effetto serra.

Negli Stati Uniti, vige una profonda deregulation sul piano delle tariffe energetiche. «Già quando la deregolamentazione iniziò, io non ero d’accordo, ho pensato che fosse una licenza per l’avidità. E sono felice di vedere che ora le cose vanno in maniera diversa. Penso che i gas che creano l’effetto serra siano molto dannosi, dobbiamo fare qualcosa». A parlare è Janet Opkyke, 60 anni, una editrice di  libri del nord Michigan intervistata durante il sondaggio.

Per Nancy Pelosi, speaker e presidente della Camera degli Stati uniti, il disegno di legge per mettere un tetto ai gas serra è il frutto di una «splendida collaborazione» tra ambientalisti ed imprese;  questa dichiarazione non ferma però i repubblicani, decisi a bloccare il provvedimento facendolo slittare a dopo le vacanze per il 4 luglio. Per Frank O’Donnell, presidente del Clean Air Watch, «questi cambiamenti non aiuteranno a ridurre i gas a effetto serra».

I costi per l’americano medio sono stimati intorno ai 175 dollari a famiglia l’anno, una spesa extra che finirà sulla bolletta e che servirà alla riduzione dell’inquinamento. La spesa arriverà a pesare sulle bollette solo nel 2020, ma per i repubblicani tutta la normativa proposta avrà un costo altissimo che metterà a rischio milioni di posti di lavoro.

Il limite alle emissioni dei gas ad effetto serra, favorirà una specie di “asta” tra le aziende che potranno vendere quote di emissioni ad altre società; questo porterà per il governo americano, anche allo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili e di nuove tecnologie che limiteranno le emissioni degli impianti a carbone.

Tiffany Collins ha 31 anni e lavora part time a Riverside, in California. Ha quattro figli e dichiara:  «Non credo siano i gas a effetto serra a causare i cambiamenti climatici. Ho letto una relazione su Internet che diceva che i cambiamenti climatici sono legati ai cambiamenti dell’attività del sole». malgrado la giovane età dell’intervistata, una delle linee di demarcazione negli atteggiamenti verso la legislazione sul clima è stata l’età, con i più giovani più ricettivi alle limitazioni federali dei gas a effetto serra.

Otto su dieci delle persone che hanno meno di 30 anni, sono d’accordo con i limiti federali sulle emissioni, mentre tra gli anziani, solo la metà è a favore dell’intervento federale sulle emissioni. Il problema dell’aumento dei prezzi per l’energia, è più elevato tra le famiglie con reddito inferiore a 50.000 dollari: le famiglie che invece hanno un reddito più elevato, danno poca importanza all’aumento dei costi.

Un argomento usato dai nemici della normativa sul clima, è che gli Stati Uniti non dovrebbero intervenire senza contrattare la riduzione dei gas con la Cina e l’India, i paesi che ora sono tra i maggiori inquinatori del mondo.