Gran Bretagna, assassino all’ergastolo si vanta su Facebook: “In carcere sto da Dio”

Pubblicato il 29 Settembre 2009 - 16:50 OLTRE 6 MESI FA

Mark Elliott

Mark Elliott, 22 anni, faceva parte di una banda di ragazzi che ha selvaggiamente aggredito Mark Witherall, 47 anni, provocandogli delle forti lesioni interne e la morte poche ore dopo in ospedale.

L’assassino è stato condannato all’ergastolo nel mese di aprile dello scorso anno e da allora pubblica messaggi su Facebook in cui si vanta della vita nel carcere. Elliott si è iscritto nel popolare social network sotto il nome di “Hackman Hack” e descrive come trascorre le sue giornate andando in palestra e giocando col computer: si vanta con i suoi amici di amare la prigione.

I suoi continui aggiornamenti della sua pagina di Facebook hanno irritato la famiglia della vittima che si è lamentata diverse volte alla polizia e alle autorità della prigione, ma i funzionari dicono di non poter rimuovere il profilo dal sito. L’assassino ha anche inserito nel profilo le immagini della sua cella che si trova nel penitenziario di Sheerness, nel Kent, fotografata grazie ad un telefono cellulare con fotocamera vietato dal regolamento carcerario.

Nelle fotografie, Elliott adotta una posizione da gangster con tanto di sciarpa intorno alla testa; in altre foto, l’assassino sorride con un compagno di cella e posa semi-nudo.

Elliott, dovrà stare rinchiuso per un minimo di 23 anni dietro le sbarre, ma ha già avviato una campagna per la sua liberazione, presentandosi nel profilo come un supereroe buono che spiega agli amici cosa fare per inviargli le lettere.

Michelle, 40 anni, è la ex moglie della vittima con il quale ha avuto due figli Lucy di 12 anni, e Mark di 10. la donna ha dichiarato: «L’unico modo per cui i miei figli ed io abbiamo fatto fronte a questa storia è sapere che Elliott è bloccato per tutta la vita in prigione. Ora scopriamo che Elliott agisce come se stesse facendo una vacanza. Tutto questo è una vergogna. Tutto ciò dimostra che non ha imparato da quello che ha fatto».

«Sembra che siamo noi quelli che hanno ricevuto una condanna a vita, non Elliott, e questo mi fa schifo. Elliott ride e scherza come se nulla fosse, mentre noi soffriremo per il resto della nostra vita. Quel ragazzo parla della sua famiglia tramite un clic su di una tastiera. I miei figli invece, non potranno mai più parlare col loro papà se non davanti alla tomba. Quell’uomo si beffa del sistema giudiziario. I prigionieri non dovrebbero avere nulla, invece hanno telefoni cellulari e l’accesso a Facebook». Le autorità del carcere hanno promesso di cercare in cella il telefono cellulare vietato.

Elliott aveva in corpo un cocktail di vodka e cannabis quando ha ucciso Witherall il 27 gennaio 2007: è stato condannato all’ergastolo insieme agli altri membri del branco, Curtis Delima di 19 anni e Gerry Cusden, di 16 anni, tutti di Whitstable, nel Kent.