Pamplona, 14enne violentata dal patrigno resta incinta. “Ero ubriaco”. E viene scagionato per mancanza di prove

A 14 anni viene violentata dal patrigno e resta incinta. Concepisce un bambino con la figliastra ma viene scagionato dal reato di abuso ses*uale. La sentenza di un tribunale di Pamplona ha scatenato indignazione. I giudici hanno accettato la ricostruzione secondo cui l’adolescente aveva avuto un rapporto ses*uale mettendosi a cavalcioni sull’uomo mentre lui dormiva sul divano ubriaco.

Pamplona, violentata dal patrigno resta incinta a 14 anni

Il patrigno ha testimoniato di non ricordare l’episodio poiché in quel momento era ubriaco. Secondo quanto riportato dal Sun, la 14enne ha partorito nove mesi dopo, nel dicembre 2018. I servizi sociali di Pamplona avevano ordinato un test del Dna, che confermava la paternità dell’uomo. La madre della ragazza aveva immediatamente denunciato il patrigno alla polizia per presunti abusi ses*uali.

Tribunale scagiona patrigno per mancanza di prove

Inizialmente l’adolescente aveva detto di essere stata violentata per strada ma in seguito avrebbe concordato con l’affermazione del patrigno secondo cui quando hanno fatto se*so, lui dormiva. I giudici del Tribunale di Pamplona hanno affermato che non c’erano prove sufficienti per condannare il patrigno, scagionandolo dalle accuse.

Il processo si è svolto nello stesso Tribunale che nel 2018 ha sollevato un’altra ondata di indignazione: un gruppo di stup*atori, noti come “il branco di lupi”, erano stati assolti – poi condannati in appello – dall’accusa di stu*ro ai danni di una 18enne.

La decisione del Tribunale di non condannare il patrigno ha suscitato deplorazione da parte dei gruppi di sostegno. Altamira Gonzalo – parte di un gruppo di giuriste – ha detto che la decisione del giudice ha riportato “al tipo di sentenze abituali in Spagna negli anni ’50 o ’60, quando nell’ambiente familiare per gli uomini c’era la totale impunità.

“E’ incredibile. L’unica cosa che ha valutato il Tribunale è il diritto dell’imputato alla presunzione di innocenza. “Ha ignorato il suo dovere di proteggere un minore e il fatto che in Spagna l’età del consenso è di 16 anni”.

Cira García, giudice di un tribunale spagnolo per la violenza di genere, ha detto che quanto testimoniato dalla 14enne è stato accettato senza essere messo in dubbio, “anche se il suo racconto non è assolutamente plausibile”.

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