Sondaggi elezioni, Berlusconi, Bersani e Mps: prime pagine e rassegna stampa

Pubblicato il 8 Febbraio 2013 - 08:46 OLTRE 6 MESI FA

Distacco ridotto tra i due poli. Il Corriere della Sera: “Cresce, secondo i sondaggi, il Pdl, effetto delle «proposte choc» di Berlusconi. Centrodestra vicino al 30%”. Non ci sono più pasti gratuiti. Editoriale di Antonio Polito:

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“Forse stiamo avendo la campagna elettorale che ci meritiamo. Si avverte rassegnazione, assuefazione a un destino di impoverimento e di declino. Ognuno se ne lamenta, certo, e ognuno cerca di lenirne il disagio tirando la coperta dalla propria parte, magari preparandosi a votare per chi promette di proteggerlo di più; ma nessuno sembra davvero credere che esista il modo di allargare la coperta. L’essenza della crisi italiana resta nascosta, taciuta: produciamo troppa poca ricchezza rispetto a quanta ne consumiamo. Per questo ci siamo riempiti di debiti. Se vent’anni fa si poteva credere allo slogan «meno tasse per tutti», ora il pessimismo consiglia un «meno tasse per me e più per gli altri». Il tarlo del «gioco a somma zero», l’idea che se uno sta meglio un altro deve per forza stare peggio, si è insinuato nello spirito pubblico della nazione. In parte è l’effetto di una lunga depressione. Ma ne è anche la causa. Abbiamo avuto quindici anni di stagnazione e cinque di recessione; nessuno, neanche il Giappone, ha conosciuto un ventennio peggiore”.

La fiera delle promesse mette a nudo una deriva demagogica. La nota politica di Massimo Franco:

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“Comincia ad affiorare una punta evidente di fastidio per le promesse irrealizzabili offerte dai leader politici in questa campagna elettorale. Non c’è più soltanto una reazione di scetticismo, ma quasi di ripulsa nei confronti di scenari rosei totalmente avulsi da qualsiasi prospettiva credibile. Lo scarto fra il paradiso additato agli elettori, e il duro purgatorio di una realtà italiana ed europea segnate dalla crisi economica, è troppo vistoso. E finisce per rendere ogni parola mirata ad attrarre consensi a buon mercato un’arma a doppio taglio, che magari illude ma subito dopo induce a riflettere e a diffidare. Ed è significativo che a dare voce a questa perplessità di fondo sia il presidente della Cei. I vescovi, e non i vertici dei partiti, che tendono a sottolineare e a ridicolizzare le sparate avversarie ma poi rischiano di imitarle, seppure in formato ridotto”.

La Repubblica: “Tangente algerina, indagato Scaroni”. Articolo di Walter Galbiati ed Emilio Randacio:

“Il «costo» per otto appalti da 13,6 miliardi di euro in Algeria? Centonovantasette milioni di euro, più qualche spicciolo. E il conto lo avrebbe saldato la Saipem, controllata Eni. Tangenti, sostiene oggi la procura di Milano, che sarebbero poi state direttamente «distribuite a faccendieri ed esponenti del governo algerino ». Un fiume di denaro che attraverso «accordi di intermediazione » fittizi di una società di Honk Kong, Saipem avrebbe recapitato a una filiale di Fujarah, negli Emirati Arabi Uniti, al mediatore «ammanicato », Bedjaoui Farid Noureddine. E per ottenere l’avvallo a queste operazioni spregiudicate, il top management di Saipem avrebbe avuto il diretto via libera dall’amministratore delegato del «Cane a sei zampe», Paolo Scaroni. Addirittura, Scaroni è accusato di aver preso parte in prima persona a queste trattative illecite. Inevitabili le ricadute sul titolo che ha perso il 4,6%”.

Bersani avanti di oltre 5 punti ma Berlusconi accorcia le distanze il rischio dell’ingovernabilità. Scrive Ilvo Diamanti:

“Non poco. Ma un mese fa il distacco era più che doppio. E dieci giorni fa sfiorava i 10 punti. A due settimane dal voto, dunque, il sondaggio dell’Atlante Politico di Demos presenta una competizione più aperta di quel che, solo in gennaio, si sarebbe potuto immaginare.
Questo avvicinamento è il prodotto di tendenze simmetriche. Il calo del centrosinistra — e soprattutto del Pd. La crescita del centrodestra e del Pdl. Circa un punto emezzo in più per il Pdl — per la prima volta, dopo mesi, sopra il 20% — e tre in meno per il Pd — per la prima volta sotto il 30% da mesi — hanno ridotto il divario fra le coalizioni principali di oltre 4 punti”.

“Salvate la casa dei bimbi malati” via allo sfratto, scoppia la polemica. Articolo di Caterina Pasolini:

“Vogliono sfrattare Laura, quattro anni e le vene consumate dagli aghi dopo ore in ospedale a combattere «quel lupo cattivo che vuole mangiarmi da dentro ». Vogliono cacciare lei e decine di altri bambini malati di cancroda quella che in questi mesi è stata la loro casa lontano da casa. Dove ritrovano mamme e fratelli, giochi e sorrisi a tentare una parvenza di vita normale dimenticando per qualche ora corsie, camici bianchi e odori di disinfettante.
Il loro rifugio è una palazzina colorata nel cuore di Trastevere. Affittata, ristrutturata a proprie spese in tanti mini alloggi e ampie zone comuni da Peter Pan, una piccola onlus che ha vinto la Medaglia d’Oro al merito della Sanità pubblica per aver ospitato dal 2000 gratuitamente 600 ragazzini malati di cancro e le loro famiglie. Storie di dolore e speranza, di piccoli arrivati a Roma da tutt’Italia e un 20% dall’estero per curarsi al Bambin Gesu e per questo bisognosi di assistenza e di un alloggio”.

Grillo boom, partiti in allarme. La Stampa: “Proposte choc per rimontare: Berlusconi e Bersani puntano sul lavoro, Monti sugli sgravi”.

Esteri. Tunisia nel caos, scontro fra gli islamisti:

“La crisi tunisina, apertasi mercoledì dopo l’assassinio del leader dell’opposizione liberal Belaid, non risparmia nessuno. Mentre in strada dilaga la rabbia popolare (ieri sera nella capitale è stata assaltata una stazione di polizia e ci sarebbero diversi feriti) lo scontro a livello politico è forse ancora più duro e non si limita allo schema classico islamisti vs laici. La rigidissima reazione di Ennahda, il ramo tunisino dei Fratelli Musulmani, che ha sconfessato lo scioglimento del governo annunciato dal premier Hamadi Jebali (membro illustre di Ennahda) rivela una crisi interna al gruppo simile a quella attraversata dai colleghi egiziani capitanati dal presidente Morsi: dopo decenni di clandestinità l’islam militante deve decidere se continuare a cavalcare l’ignoranza e spingere l’indottrinamento religioso fino all’avvento di un anacronistico califfato o lanciarsi nell’arena politica e assumersi le responsabilità di governo che un voto libero gli ha assegnato”

Il Fatto Quotidiano: “Ingroia, Giannino, Grillo. I tre guastafeste”. Vietato difendersi. Editoriale di Marco Travaglio:

“Spero che i nostri lettori abbiano letto l’articolo di Lo Bianco e Rizza sul Fatto di ieri. Un articolo che dovrebbe far sobbalzare istituzioni, giuristi, magistrati, avvocati, intellettuali e cittadini, almeno quelli che hanno a cuore lo Stato di diritto. Non certo quelli che fanno i gargarismi e il bidet col garantismo per salvare le chiappe ai ladroni di Stato. Oggi il Gip di Palermo Riccardo Ricciardi, che nel 2011 intercettò Nicola Mancino indagato per falsa testimonianza, deve decidere se distruggere i nastri con le quattro conversazioni fra l’ex ministro e il presidente Napolitano. La Corte costituzionale, dando ragione a Napolitano nel conflitto di attribuzioni contro la Procura, ha sentenziato che questa doveva chiedere al Gip l’immediata distruzione delle bobine senza passare per l’udienza camerale prevista dalla legge, dunque senza farle ascoltare alle parti: cioè agli avvocati dei 12 imputati per la trattativa Stato-mafia (i pm già le hanno sentite e giudicate penalmente irrilevanti). Nulla però la Consulta poteva imporre al Gip, non coinvolto nel conflitto”.

Il Giornale: “Trappola a Sanremo”. Editoriale di Salvatore Tramontano:

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Non sono solo canzonette. Fabio Fazio lo sa e con quella faccia da finto ingenuo sta preparan­do il più grande show prima del­leelezioni. Benvenuti al festival rosso del­la canzone italiana, in diretta da Sanremo, per cinque giorni e con tutta la potenza del­la corazzata Rai, televisione di Stato. È il meglio che il servizio pubblico in questa stagione sia in grado di offrire, uno spetta­colo partigiano con una missione ben defi­nita: fare campagna elettorale contro il so­lito nemico, Silvio Berlusconi.Ma c’è biso­gno di Sanremo per vincere le elezioni? La verità è che tira una brutta aria. I sondaggi annunciano il Cavaliere sempre più peri­colosamente vicino, mentre Bersani, parti­to di gran carriera, viene dato in controten­denza da settimane, come se avesse rag­giunto in fretta la sua quota di consensi e ora non sa più dove pescare”.