Pajata e polenta, uova e fumogeni: la “diretta ammaestrata”

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 7 Ottobre 2010 - 18:04 OLTRE 6 MESI FA

Renata Polverini imbocca Umberto Bossi e i fotografi

Pajata e polenta, oppure uova e fumogeni: entrambi in diretta, entrambi in diretta ammaestrata. Davanti a Montecitorio, prima, durante e dopo che la Polverini imboccasse Bossi di rigatoni, una giornalista della Rai viene travolta, anzi calpestata dal “servizio d’ordine autorità”.  Povera figlia, ma perché stava lì a sgomitare, cosa la spingeva, anzi la obbligava ad accalcarsi intorno alla “notizia” come un lavavetri al semaforo? Dice: la “notizia” appunto! Ma se la “notizia” è quel che succede, la “notizia”, cioè quel che è successo è stata espulsa da tutte le dirette. E’ successo che i baldi giovanotti della Lega si sono reciprocamente guardati in cagnesco e insultati con i “ragazzi fatti col pennello” della cosiddetta “gente romana”. E’ successo che bastava guardare cinque metri dietro la “diretta ammaestrata” per vedere che tirava brutta aria. Invece la “notizia”, cercata, costruita, implorata e finalmente trovata era niente meno che la macchia di sugo sulla camicia di Bossi. Bossi e Alemanno abbracciati, bastava chiedere ad entrambi cosa pensassero del pedaggio sul Grande Raccordo Anulare di Roma per trovarla la notizia. Ma non era prevista dal cast e dal copione: la stampa era lì a far da attore non protagonista alla diretta ammaestrata.

Ammaestrata senza malizia, ammaestrata perchè così si fa. Nei documentari sugli animali selvaggi, quelli che ogni sera si vedono nelle tv serie, Bbc compresa, molte scene sono girate con animali che selvaggi non sono. Non si può fare altrimenti, non è inganno, è necessità. Ma perché appare naturale e doverosa lo stesso tipo di “diretta” quando di mezzo c’è la cronaca o la politica. Che “diretta” è quella del cronista che suona al citofono del parente della vittima e dice al microfono: “Non ci risponde”? E che “diretta” è quella che ci ha mostrato le dirette e vivissime immagini dell’assalto alla sede della Cisl a Roma, in via Po, a colpi di uova e fumogeni? Quelli di “Action”, antagonisti sì, violenti sì ma anche uomini di mondo e di mass-media si erano portati al seguito fotografi e cine operatori. Avevano allestito il set e ammaestrato la “diretta”. Diretta di qualcosa che non è falso ma che sempre più spesso è artefatto, fatto ad arte. La narrazione, pensata e allestita in precedenza, diventa e sostituisce la realtà. Filmiamo scene di un film e le mandiamo in onda come fatti: è il legno ormai storto dell’informazione. Incolpevole e non innocente, professionista e non professionale, in ottima fede ma inconsapevole. Ammaestratrice della diretta e dalla diretta alla fine ammeastrata.