YOUTUBE Carta di credito, 6 secondi per clonarla. Come funziona

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Dicembre 2016 - 06:35 OLTRE 6 MESI FA
YOUTUBE Carta di credito, 6 secondi per clonarla. Come funziona

Carta di credito, 6 secondi per clonarla. Come funziona (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Bastano sei secondi per clonare una carta di credito. Pochi attimi, in cui però per un cyber criminale è possibile trovare il numero, la data di scadenza e anche il Codice di sicurezza della carta, utilizzando nient’altro che un computer portatile e una connessione ad internet.

Ad azzerare le già scarse sicurezze sul tema è uno studio dell’Università britannica di Newcastle, pubblicato sulla rivista “IEEE Security & Privacy”, che rivela la facilità con cui i cyber criminali possono hackerare un account, senza avere a disposizione nessuno dei dati della carta. I furti sono possibili, secondo i ricercatori, su circuiti che non hanno un sistema antifrode di controllo centralizzato, come lo ha invece il circuito Mastercard.

Questo “è stato in grado – spiega Mohammed Ali, studente alla Newcastle – di rilevare l’attacco dopo meno di 10 tentativi, anche quando i pagamenti sono stati distribuiti su più reti”. Un Cyber attacco che genera automaticamente e sistematicamente milioni di varianti di dati delle carte, (di cui magari solo l’1% è valido) non viene rilevato dal sistema di sicurezza di un circuito non centralizzato. Un sistema centralizzato invece mette a confronto tutte le richieste di accesso ed elimina quelle errate, quando diventano troppe su uno stesso sito web.

Un attacco simile è stato recentemente lanciato alla Tesco Bank. Ma se arrivare a ‘catturare’ dati e clonare carte è relativamente facile, più difficile è la riscossione materiale del denaro. “Qualcuno deve andare al bancomat o a fare acquisti nei negozi – spiega Andrea Zapparoli Manzoni, esperto di sicurezza informatica -. E per fortuna questo tipo di furti ha una percentuale di successi limitata, perché i ladri a quel punto possono essere scoperti. E’ più facile ‘ripulire’ il denaro on line, acquistando hardware per rivenderlo a prezzi più bassi, oppure giocando d’azzardo on line”.

“Tuttavia – spiega ancora Zapparoli – il vero problema non è il cybercrime, che esiste già da tempo, ma il fatto che questo ormai viene fatto su larga scala, mettendo in crisi il sistema di business on line, che parte dal presupposto che questo non accada”. “In più questo tipo di crimine, i cui rischi sono nulli e i guadagni altissimi, attira sempre più soggetti – conclude l’esperto -. Non solo il crimine organizzato, ma sempre più persone normali. Soggetti con una doppia vita, che delinquono per arrotondare lo stipendio. Sanno che a livello internazionale è facile depistare gli investigatori e far perdere le tracce, perché ci sono problemi con le rogatorie internazionali, per cui è difficile indagare”.