Commenti anonimi: il “vaffa” uccide la democrazia sul web. Il caso Beethoven

Pubblicato il 24 Novembre 2012 - 08:00 OLTRE 6 MESI FA
Commenti anonimi: il “vaffa” gratuito uccide la democrazia sul web. Il caso Beethoven

ROMA – Il commento che ha più “like”, più gradito, è quello di Erica: “Tu non sei normale vai a farti curare…un tumore verrà a tua madre per averti portato in grembo per 9 mesi mi fanno ridere quelli che come te passano la loro vita a scrivere commenti negativi su youtube e social network vari GET A FUCKING LIFE”.

Erica risponde a Shishi Jonhson, che aveva scritto: “Dato che ascolti Britney Spears ti auguro felicemente un tumore alle ovaie. Una in meno, RIP”.

CloserJohn117 sente il bisogno di gridare: “Justin Bieber è vera musica! W Bieber!”. Ma i suoi gusti non vengono apprezzati. TheHeartOfTheEvil per esempio gli risponde: “Ma statte zitto, e vatti a buttare in un fosso. Tieni quella schifezza di Bieber lontano da qui, che se Beethoven fosse ancora vivo andrebbe da lui a tirargli du’ schiaffi, e meno male che è sordo che così non gli tocca sentire lo schifo di musica che va di moda oggigiorno. NON CAPISCI UN TUBO DI MUSICA!”.

TheMsVincy articola così il suo pensiero: “JUVENTINI PEZZI DI MERDAAAAAAAAAAAAAAA BETOVEN MERDAAAAAAAAAAAAAAAAAAA”
Napoletano persempre fa notare l’incongruenza: “SECONDO ME TU HAI PROBLEMI SERI AL CERVELLO CHE CAZZO CENTRANO I JUVENTINI CON BEETHOVEN”.
HikariHihon è dello stesso avviso, ma si esprime con un pizzico di irruenza in più: “SENTI UN PO METTI QUELLA TUA TESTA DI CAZZO NEL TUO CULO SEI TU UN PEZZO DI MERDA!” .
Anche Mattia non usa mezzi termini, ma contestualizza l’offesa in uno sfondo astronomico: “Coglione vai a fare in culo tu e tutto il tuo cervello (se esiste) rinsecchito e inutile come la parte più piccola della più inutile ameba di questo cazzo di universo! Anzi credo che questa sia più importante!”

La serie di pacate riflessioni che avete avuto il piacere di leggere sono una parte degli oltre 100 commenti a un video su Youtube. Vi chiederete cosa c’è nel video, qual è la miccia che accende la rabbia dei polemisti da tastiera: è “Per Elisa” di Ludwig van Beethoven. Era dai tempi dei Drughi di Arancia Meccanica che Beethoven non suscitava reazioni così violente.

Il discorso è vecchio almeno quanto “microfono aperto” di Radio Radicale, la trasmissione che permetteva a chiunque di telefonare e dire quello che voleva alla radio. E quello che voleva dire si traduceva molto spesso in una raffica di “vaffa” liberatori. Internet ha moltiplicato all’infinito le opportunità di poter offendere chiunque senza pagarne le conseguenze.

Si replicherà che questo è moralismo da quattro soldi. Che la vita dei più è impastata di rabbia e bestemmie e vicini di casa insopportabili e multe e colleghi che ti fanno le scarpe. Che il web, i forum, Facebook, Twitter rispecchiano la rabbia che si trova in strada.

Ok.

Ma se in strada insulto qualcuno, pago pegno in ecchimosi. Se dileggio la madre di un ignoto commentatore perso nell’oceano della Rete, è “gratis”. Questa spinge l’anonimo polemista ad ingozzarsi al buffet del “vaffa”.

La percentuale altissima di commenti malevoli costringono molti siti, di informazione e non, a rispondere con mosse “anti-democratiche” come non consentire ai lettori/utenti di commentare. Siccome invece, come diceva Pericle, essere democratici è meglio, ecco una lista di soluzioni possibili per preservare la democrazia con la e davanti, la e-democracy:

Far registrare obbligatoriamente gli utenti per commentare. È un po’ come alle primarie del centrosinistra, fai emergere l’elettore-utente dall’anonimato per evitare che ti freghi. Alle primarie magari funziona, ma chi ha provato a mettere questo “tornello” sui siti registra un crollo dei commenti.

Filtrare i commenti con la “moderazione”. Un “moderatore” seleziona quali commenti pubblicare e quali no, a seconda della loro continenza e pertinenza. Il problema è che diventa un secondo lavoro: in un sito di medie dimensioni, il numero dei commenti che arriva è insostenibile. Leggere tutto, capire e filtrare non è un’attività compatibile con una giornata di 24 ore.

L’autogoverno della community. È la scelta più democratica in assoluto: gli utenti segnalano con un “non mi piace” o “è spam” i commenti scorretti o assurdi, premiando invece le osservazioni appropriate e pertinenti con un “mi piace”. Un commento che riceve tante segnalazioni negative viene automaticamente nascosto, un commento che piace viene messo in posizione più evidente. Questa soluzione la stanno sperimentando Facebook e… Youtube, dove avete letto tutte quelle cose carine su “per Elisa”.