Il collegamento inquietante tra una setta cattolica antisemita e Max Mosley

di redazione Blitz
Pubblicato il 26 Ottobre 2016 - 07:11 OLTRE 6 MESI FA
Il collegamento inquietante tra una setta cattolica antisemita e Max Mosley

Il collegamento inquietante tra una setta cattolica antisemita e Max Mosley

ROMA – Gli inquietanti legami tra una congregazione religiosa antisemita, un’0rgia sadomaso e oscuri finanziamenti per imbavagliare la stampa. E’ quanto scrive il Daily Mail riferendosi alla Fraternità Sacerdotale San Pio X, associazione Cattolica Romana tradizionalista, accusata di antisemitimsmo, un ente di beneficenza con collegamenti all’Indipendent Press Regulation Trust e Max Mosley, ex presidente della FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile), nel 2008, al centro di uno scandalo: un’0rgia in stile nazi con cinque prostitute.

Mosley ha iniziato una feroce battaglia contro i media, per il clamore mediatico sollevato dallo scandalo dell’0rgia sadomaso e ha intrapreso cause per diffamazione anche contro Google, su cui finirono le foto pubblicate da News of the World. Attraverso l’Independent Press Regulation, finanzia l’Impress, il nuovo ente “indipendente” realizzato per dare bollini di affidabilità ai giornali. L’intreccio parte da lontano.

Quando il criminale di guerra nazista Erich Priebke morì a Roma nel 2013, il suo funerale provocò indignazione. L’ex capitano delle SS era stato estradato dalla Germania, condannato e carcerato per il massacro di centinaia di civili italiani nel 1944. Poco prima della sua morte, all’età di 100 anni, Priebke ha affermato la sua convinzione: l’Olocausto, sterminio nazista in cui persero la vita sei milioni di ebrei, era una bufala. Priebke era un mostro, riporta il Daily Mail, ma era anche un cattolico battezzato e la sua famiglia voleva una cerimonia funebre religiosa. Il Vaticano rifiutò: un luogo santo doveva essere off-limits per un “peccatore manifesto” ma la Fraternità Sacerdotale San Pio X, già allora discussa, intervenne per esaudire il desiderio di Priebke prima di morire. La San Pio X (FSSPX) non è estranea alle accuse di antisemitismo. Il suo attuale leader, il vescovo svizzero Bernard Fellay, ha recentemente descritto gli ebrei come “nemici della Chiesa”; uno dei suoi ex vescovi era, come Priebke, un negazionista dell’Olocausto.

E un altro criminale di guerra ricercato per aver ucciso gli ebrei, è stato rintracciato decenni dopo in un monastero della San Pio X. Il cattolicesimo ultra-reazionario della FSSPX rifiuta i diritti degli omosessuali e l’uguaglianza di genere. Il fondatore, fu multato per intolleranza razziale (era accusato di fomentare l’odio nei confronti di immigrati musulmani). Per molti, come ad esempio l’Anti-Defamation League, che combatte i pregiudizio contro gli ebrei, la Fraternità San Pio X è un esempio di antisemitismo di oggi. Ma la FSSPX è anche un ente di beneficenza registrato del Regno Unito. A capo dei suoi sei forti uomini della Fondazione, che comprende Fellay, c’è Wilfrid Vernor-Miles, un avvocato fiscale dei ricchi, con sede a Londra.

Vernor-Miles e suo padre John – uno dei più potenti clan legali del Paese – sono anche amministratori di un ente di beneficenza cattolica che fa cospicue donazioni alla San Pio X. Wilfrid Vernor-Miles, inoltre, è anche un fiduciario dell’Independent Press Regulation Trust (IPRT). Il suo ruolo è potenzialmente cruciale nella battaglia per il futuro della libertà, o meno, della stampa britannica che a volte ha chiamato la Fraternità San Pio X e le sue diramazioni per rendere conto. Ciò perché l’IPRT è il canale attraverso il quale Max Mosley, tramite il fondo fiduciario di famiglia, finanzia – 4 milioni di sterline in 4 anni – l’Impress, che vorrebbe essere un’alternativa al Press Standards Organisation Independent (Ipso). Fondato da un attivista del Labour, Jonathan Heawood, e sostenuto da un gruppo di pressione antistampa Hacked Off, Impress ha chiesto il riconoscimento come stabilito sotto l’amministrazione di David Cameron, con il Press Recognition Panel, un organismo indipendente che garantisce che ogni organizzazione che regola la stampa sia indipendente e che, pur riconoscendo il ruolo importante svolto dai media, tuteli i cittadini. E’ stato stabilito dal Royal Charter (Statuto reale) dopo l’inchiesta Leveson (dal nome del giudice che la presiedeva), a seguito dell’inchiesta parlamentare per definire i contorni dello scandalo intercettazioni e ora si ritiene possibile, se non probabile, che Impress otterrà un riconoscimento ufficiale.

Se Impress, scrive il Daily Mail, riceverà l’approvazione, innescherà l’attuazione di una nuova legge in base alla quale potranno essere previsti devastanti richieste di risarcimento contro i media che perdono le cause per diffamazione, i giornali che non aderiscono a Impress, potrebbero dover pagare le spese legali di chi ha fatto causa anche se vincono il caso. Danni più elevati, dunque, e costi aggiuntivi. Ciò riguarderà tutti i principali giornali inglesi che hanno rifiutato di aderire al Press Recognition Panel, rifiutando dunque, di approvare quello che sarebbe un poliziotto controllore della stampa, autorizzato dallo Stato. E’ quanto vorrebbe Mosley, il fedele figlio di Oswal Mosley, nel 1932 fondatore della British Union of Fascist, formazione politica di estrema destra, vicina al Partito Nazionale Fascista di Mussolini. Mosley, dal 2008 ha iniziato una campagna feroce per la riforma della stampa, dopo la sovraesposizione mediatica sull’ormai defunto News of the World di Murdoch. In breve, ha il suo bel tornaconto, scrive il Daily Mail. Un’indagine del Daily Mail rivela come, per la seconda volta in 80 anni, le influenti e ricche famiglie Mosley e Vernor-Miles lavorano fianco a fianco in uno sforzo concentrato sui media.

Le due famiglie hanno desiderio di controllo e preoccupanti collegamenti con l’intolleranza razziale. Nel 1932 Ernest Vernor-Miles, nonno del fiscalista Wilfrid, decise di convertirsi al cattolicesimo. Due anni dopo, comprò il Catholic Herald, un settimanale per i fedeli, che aveva una tiratura di quasi 100.000 copie. Nell’anno della conversione di Vernor-Miles, l’aristocratico ex deputato laburista Sir Oswald Mosley, fondò la British Union of Fascist (BUF). I suoi irriducibili sostenitori, erano noti come “camicie nere”, le stesse di Hitler e Mussolini. Per un breve periodo, alcuni dei principali organi di stampa – il Daily Mail e il Daily Mirror inclusi – elogiarono la British Union of Fascist per il programma conservatore, lo sostennero in più di un’occasione. Ma durò poco: la violenza e l’intolleranza erano diventati sinonimo del partito. Non fu così per il Catholic Herald, di proprietà Vernor-Miles. Per tutto il resto del 1930, fino allo scoppio della guerra con la Germania nazista, l’Herald espresse un atteggiamento ambivalente nei confronti del fascismo. L’Herald condannava le risse di strada delle camicie nere, il rozzo antisemitismo e il culto del potere statale più che di Dio; ma dei fascisti ammirava molto “l’autoritarismo” e ricordava ai lettori che esisteva realmente “un problema ebraico”. Il Daily Mail ha esaminato gli archivi del Catholic Herald nella biblioteca della Cambridge University.

Gli esempi rilevati, pubblicati quando Vernor-Miles ne era il proprietario, sono compromettenti. Nell’edizione del 17 agosto 1935, in un articolo dal titolo “fascismo”, si legge:”Gli obbiettivi del fascismo e i nostri, sono la ritrovata solidarietà sociale e il fine comune; e aggiunge “Il principio di autorità è essenzialmente cattolico…”. In un articolo sull”East End”, pubblicato nel mese di ottobre dell’anno successivo, l’Herald descriveva i cittadini ebrei come “un elemento estraneo”. Nel febbraio 1938, un mese prima dell’invasione nazista in Austria, l’Herald pubblica un articolo su un raduno del BUF nel sud di Londra, in cui omaggiava Oswal Mosley. Durante la guerra, Sir Oswald Mosley fu internato nel carcere di Pentonville, una precauzione contro la quale Max Mosley, ha inveito in una recente autobiografia. Winston Churchill, avrebbe voluto dietro le sbarre l’editore Vernor-Miles per gli attacchi attraverso il suo giornale alla necessaria allenza tra Gran Bretagna e Russia contro i nazisti. Alla fine, il primo ministro fu convinto diversamente. Nel 1948, Ernest Vernor-Miles divenne cavaliere papale di Pio XII, molto criticato per il silenzio riguardo alla Shoah. Max Mosley, altro protagonista centrale di questo dramma, come scrive il Daily Mail, nel 1962 era sposato, laureato ad Oxford e in riservista del Reggimento Paracadutisti che studiava per l’abilitazione. Ma quell’estate fu arrestato a Ridley Rod, una zona abitata in prevalenza da ebrei di Hackney a prevalenza ebraica di Hackney, poiché nel corso di una provocatoria manifestazione del movimento sindacale fascista del padre, ci furono dei problemi. Mosley Jr. litigò con alcuni manifestanti anti-nazisti che avevano attaccato Sir Oswald ma dopo una notte in cella, fu assolto.

Lo stesso anno, si aprì il Concilio Vaticano II, voluto da Papa Giovanni XXIII per condurre la Chiesa nel XX° secolo. Un rinnovamento a cui si opponevano alcuni sacerdoti, tra cui il vescovo Marcel Lefebvre che, in risposta, fondò la Fraternità San Pio X che a tutt’oggi ha seminari, chiese e scuole in tutto il mondo e resta separata dalla Chiesa Cattolica Romana. Alcuni episodi hanno rivelato l’intolleranza razziale della congregazione, non ultimo quello in cui il vescovo Richard Williamson, nel 2009, nel corso di un’intervista televisiva affermò che i nazisti non avevano mai usato le camere a gas per sterminare milioni di ebrei. Dopo questi commenti, l’indignazione fu immensa. La Fraternità negò l’antisemitismo, già tre anni prima che Williamson fosse espulso, ma sembra che più che alle dichiarazioni, fosse dovuto alla sua opposizione a qualsiasi tipo di riconciliazione tra la FSSPX e il Vaticano.

Attualmente, il fiscalista Wilfrid Vernor-Miles, è stato nominato nella Charity Commission come punto di contatto con la Fraternità San Pio X; il padre, John, è un altro fiduciario: sono gli unici due membri laici. Ma Wilfrid e John Vernor-Miles, sono anche due dei tre fiduciari di un altro ente, Catholic Charitable Trust. Documenti della Charity Commission dimostrano che ogni anno il trust, che ha una riserva di cassa di oltre 2 milioni di sterline, elargisce migliaia di sterline per una serie di cause cattoliche. Ma ogni anno, la beneficiaria maggiore è la Fraternità San Pio X e i suoi gruppi di sostenitori sparsi nel mondo. Ed è stato a Wilfrid Vernor-Miles nel luglio 2015, che Jonathan Heawood, fondatore di Impress, scrisse “nella speranza che tu e e i tuoi colleghi della fondazione (Indipendent Press Regulation Trust) possiate fornire assistenza finanziaria per realizzare e sostenere Impress”. Speranze che si sono realizzate, grazie ai milioni che Max Mosley ha promesso di versare tramite l’IPRT. Nonostante il ragguardevole sostegno di Mosley, ad Impress attualmente aderiscono poche e piccole agenzie di stampa. In netto contrasto, con la maggior parte dei giornali tradizionali, tra cui il Daily Mail, che aderiscono all’IPSO (Independent Press Standards Organisation).

L’organizzazione non governativa, istituita per stabilire quale autorità debba supervisionare la stampa, Press Recognition Panel, ha ricevuto dal Tesoro un cospicuo fondo di 3 milioni di sterline, denaro dei contribuenti, che nel giro di un anno sarà esaurito. Ha bisogno di soldi per sostenersi, pronto ad accettare chiunque e finora, a fare domanda per il riconoscimento è stato solo Impress. IPSO, supportato dalla maggior parte della stampa tradizionale, non ha chiesto il riconoscimento al Press Recognition Panel per una semplice ragione: la stampa non è libera se costretta a una regolamentazione da un ricatto giudiziario. E ora, prosegue il Daily Mail, o Impress deve ottenere il riconoscimento oppure sfiorisce e muore. Ovviamente, senza il denaro di Mosley, e l’associazione benefica di cui Wilfrid Vernor-Miles è un fiduciario – l’Independent Press Regulation Trust – non c’è Impress.