Ebola, Barack Obama: “Emergenza da gestire in modo più aggressivo”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Ottobre 2014 - 00:41 OLTRE 6 MESI FA
Ebola, Barack Obama: "Emergenza da gestire in modo più aggressivo"

Barack Obama (Foto LaPresse)

WASHINGTON – “Dobbiamo monitorare l’emergenza Ebola in modo più aggressivo e anche l’Europa deve impegnarsi”. Barack Obama, presidente degli Stati Uniti, torna a parlare dell’emergenza dopo il secondo caso di contagio registrato in America.

Obama ha detto:

“La storia ci insegna che se applicati in modo appropriato, i protocolli sul trattamento dell’ebola funzionano. In caso di contagio le autorità federali invieranno appositi team entro 24 ore per assicurare che i protocolli siano seguiti in maniera adeguata”.

Il presidente americano sottolinea che i protocolli esistono e vano rispettati, perché i contagi vanno contenuti:

“Cose come queste non devono ripetersi più”.

E in una conference call con i leader di Regno Unito, Italia, Germania e Francia, Obama ha chiesto un impegno maggiore da parte dell’Europa nella lotta all’epidemia.

”Nel corso della conversazione telefonica – ha poi raccontato il premier Matteo Renzi – abbiamo convenuto un impegno addizionale dell’Italia per l’ebola in partnership con il Regno Unito in Guinea e Liberia. Abbiamo stanziato un contributo di 50 milioni accogliendo l’appello delle Nazioni Unite”.

Proprio il Consiglio di sicurezza dell’Onu in una dichiarazione ha denunciato come

“la risposta della comunità internazionale all’Ebola ha fallito nel capire e affrontare in maniera adeguata l’entità dell’epidemia e dei suoi effetti”.

Intanto il numero delle vittime continua a salire. Secondo l’ultimo bilancio dell’Oms, con i dati aggiornati al 12 ottobre, Ebola finora ha ucciso 4.493 persone su 8.997 casi registrati. Liberia, Sierra Leone e Guinea rimangono i Paesi più colpiti dall’epidemia. E nel Golfo persico si segnala il primo caso sospetto di contagio, a Dubai.

In Europa la crisi generata dall’epidemia del virus Ebola approda sul tavolo dei Capi di Stato e di Governo dell’Ue. Se ne parlerà nel vertice europeo programmato dalla presidenza italiana per giovedì 23 e venerdì 24 ottobre a Bruxelles. Il 16 ottobre, la riunione di coordinamento di alto livello che si svolge tra i responsabili della salute dei 28 Stati membri, sotto la guida del presidente e ministro della salute Beatrice Lorenzin (che ha incontrato gli altri ministri italiani a Palazzo Chigi) punterà “a individuare quali sarebbero i possibili controlli da mettere in atto e come si possono coordinare”.

Non essendo infatti una competenza comunitaria sono gli Stati membri che devono coordinare gli interventi. Alla Gran Bretagna che il 9 ottobre scorso ha introdotto lo screening per il controllo di tutti i passeggeri che possono essere passati dall’Africa (in futuro anche per l’Eurostar) intanto si sono aggiunte anche la Francia, che intende attivare un dispositivo di ‘controllo’ dei voli provenienti dalle zone colpite, e la Repubblica Ceca (controlli verranno effettuati all’aeroporto di Praga, ha annunciato il premier Bohuslav Sobotka).

Così dopo la riunione straordinaria di domani, presa su iniziativa di Lorenzin e del commissario europeo alla salute, Tonio Borg, il dossier passerà lunedì ai ministri degli affari esteri e le conclusioni saranno portate al vertice Ue. L’intenzione è quella di rafforzare e rendere più efficaci i controlli in uscita dai tre Paesi focolai.

Si ragiona anche sull’invio di volontari europei a patto di offrire loro garanzie sufficienti di essere evacuati, in caso di contagio, in tempi rapidi. Per questo motivo l’Unione europea lancia un appello a tutti gli Stati membri perché collaborino anche con militari, in missione civile, negli stati flagellati dall’epidemia. Ma in Italia, a livello locale, c’è chi prende le sue misure.