Isis, attentati con autobomba in varie città europee. Allarme intelligence

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Settembre 2016 - 06:51 OLTRE 6 MESI FA
Isis, attentati con autobomba in varie città europee. Allarme intelligence

Isis, attentati con autobomba in varie città europee. Allarme intelligence

ROMA – Alcuni capi dell’intelligence temono che lo Stato Islamico stia progettando degli attacchi terroristici con auto-bomba in varie città europee. Gli ufficiali ritengono che i terroristi possano usare dei veicoli imbottiti d’esplosivo come nuova tecnica per devastare il continente; il coordinatore dell’antiterrorismo UE, Gilles Kerchove, ha messo in guardia l’Europa invitandola a prepararsi ad un “esodo” di migliaia di combattenti di ritorno dall’ Iraq e dalla Siria, sottolineando il rischio che la Libia venga usata come” trampolino” per sferrare attacchi all’ Europa.

De Kerchove, alto funzionario anti-terrorismo dell’UE, ha detto ai deputati: “La minaccia terroristica non è mai stata così alta negli ultimi 20 anni. Temiamo che Daesh passo dopo passo si sposti su altri modus operandi, tra i quali le auto bomba e, con grande preoccupazione, l’uso di armi chimiche”.

Le auto bomba possono essere particolarmente mortali se il veicolo viene caricato con grandi quantità di esplosivo e guidate nei centri affollati delle città, senza attirare alcun sospetto.

“Un serio problema è l’esodo dei combattenti, ovvero tutte quelle persone che tornano dalle aree di conflitto come la Siria e l’Iraq; cosa succederà quando il califfato collasserà? Come gestiremo non centinaia, ma migliaia di combattenti che decideranno di raggiungere un’altra “zona calda” -probabilmente la Libia, ma ce ne sono molte altre dove possono nascondersi- o qualora volessero far ritorno a casa?”

“Dovremo gestire un alto numero di profili di ogni tipo: gente che ha combattuto sul fronte, che ha lavorato in un ufficio, ma anche mogli e bambini di questi uomini”, ha detto De Kerchove.

I paesi dell’ UE stanno collaborando affinché sia ancora più difficile per le persone diventare dei foreign fighters, dei guerrieri stranieri, ma De Kerchove ha riferito che ciò significa che molti di loro, radicalizzati su internet, resteranno in Europa.

“Abbiamo sempre meno europei che vanno in Siria, perché è sempre più difficile raggiungerla di questi tempi, ma le persone interessate al fenomeno stanno aumentando “.

Anche i rifugiati siriani che arrivano in Europa sono visti dallo Stato Islamico come “prede” interessanti da reclutare, in particolar modo in Germania, dove sono già stati segnalati casi di recruiting nei campi profughi.