Silvio Scaglia e Gennaro Mobkel restano in carcere. Il tribunale del riesame ha respinto i ricorsi presentati dalla difesa dell’ex numero uno di Fastweb e dell’imprenditore coivolti nell’inchiesta su un riciclaggio da 2 miliardi di euro.
In cella rimangono anche altri 10 indagati perché secondo i giudici non ci sono i “presupposti per la scarcerazione”. Il provvedimento del collegio presieduto da Giuseppe D’Arma ha riguardato, tra l’altro, l’avvocato Paolo Colosimo, la moglie di Mokbel, Giorgia Ricci, ed il cognato Antonio Ricci.
Il tribunale del riesame nei giorni scorsi aveva respinto le richieste di scarcerazione per altre otto persone, tra i quali Stefano Mazzitelli, ex amministratore delegato di Telecom Sparkle.
A Scaglia, Mokbel ed a tutti gli altri che si sono visti rigettare le richieste non resta ora che il ricorso alla Cassazione. Scaglia, attraverso i suoi difensori, l’ha già annunciato. «Tutta l’accusa – hanno dichiarato gli avvocati Piermaria Corso e Antonio Fiorella – si basa sulla supposizione che Scaglia ‘non poteva non sapere’. Un concetto molto labile che non solo non costituisce una prova, ma dimostra la totale inconsistenza dell’accusa».
«La verità – hanno aggiunto i due legali – è che l’accusa non ha elementi di alcun tipo, nessun documento, nessuna intercettazione, nessuna dichiarazione concreta su Scaglia».